Malata in Posta, culturista da podio
Il giorno in cui ha vinto un concorso, non era andata a lavorare per dolori a un polso
di Claudio Ernè
di Claudio Ernè

Bicipiti gonfi e lucidi, pettorali tonici e tesi, polpacci torniti come frutti non ancora maturi. Queste sue «bellezze» le ha esibite in tre importanti gare di body building Annalisa Ceci, poco più di quarant’anni, dipendente di Poste Italiane. Peccato che nei giorni in cui ha vinto il Grand Prix del Campionato triveneto, è giunta terza a quello italiano e si è fermata alla base del podio in una manifestazione al Sestriere, fosse ufficialmente ammalata. Anzi infortunata per causa di lavoro. Un lungo infortunio che, secondo l’inchiesta avviata dal pm Federico Frezza, si è protratto dal primo aprile 2008 all’11 novembre dello stesso anno.
In questi sette mesi Annalisa Ceci ha continuato a percepire il regolare stipendio, anche alla faccia del ministro Renato Brunetta. Ora la «postina-culturista» è indagata per falso e truffa aggravata. Non l’hanno tenuta al riparo dell’inchiesta penale nemmeno le plurime certificazioni mediche del suo stato di inabilità. Al contrario, gli investigatori ritengono che abbia lamentato, o meglio simulato anche davanti a vari medici, tra cui quelli dell’Inail, dolori inesistenti e malattie di fantasia, aggravando l’intensità dei sintomi del vero infortunio di cui era stata vittima.
Oltre alle tre gare, svoltesi la prima il 25 aprile a Noventa Padovana, la seconda il 25 maggio a Verona e la terza il 14 giugno al Sestriere, la postina è stata messa nei guai dalle dichiarazioni dei frequentatori della palestra «In forma» di via San Pellegrino 35 in cui si allenava sotto l’occhio vigile della pluricampionessa mondiale Carmen Galasso. Annalisa Ceci, secondo l’accusa, non si risparmiava nemmeno durante il periodo in cui non poteva lavorare perché ufficialmente «infortunata». «Eseguiva ogni giorno allenamenti completi, esercizi molto pesanti; mai sentita accusare dolori», ha raccontato uno degli atleti della palestra.
Un altro ha riferito di «allenamenti molto duri, senza risparmiarsi». Un terzo culturista ha affermato che «sollevava pesi consistenti, non ha mai detto di avere dolori; allenava la muscolatura senza risparmiarsi e a volte sostituiva la titolare nelle gestione della palestra».
Parole chiarissime, difficilmente smentibili alle quali si aggiunge una annotazione di servizio di un medico dell’Inail. «Ho l’impressione che la signora Ceci più che altro voglia procrastinare il momento di riprendere il lavoro». Durante il periodo di infortunio la postina-culturista guidava abitualmente il proprio scooter. Una attività «controindicata» a una infortunata che lamenta lesioni e dolori al polso.
Nei prossimi giorni Annalisa Ceci dovrebbe presentarsi davanti al magistrato assieme al difensore, l’avvocato Paolo Pacileo per essere interrogata sulla sua lunga assenza dal lavoro.
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