Malata di Tbc alla casa di riposo. In profilassi 214 persone fra anziani e dipendenti

Operatrice della residenza “Casa Ieralla” colpita da tubercolosi polmonare. Avviate le verifiche e la profilassi sui 112 anziani ospiti e sui 102 dipendenti
Lo spettro della Tbc si è riaffacciato a Trieste. Le autorità sanitarie hanno reso noto ieri sera che un nuovo caso di tubercolosi polmonare (e subito è stata esclusa qualsiasi connessione con il precedente della pediatra del distretto di Roiano) è stato accertato a carico di un’infermiera di Casa Ieralla a Padriciano.
 
 
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«La dipendente era rientrata dalle ferie il 18 febbraio - ha spiegato ieri il direttore della struttura, Matteo Sabini - ma si è presentata in uno stato non compatibile con la ripresa del lavoro, per cui è tornata a casa».
Il comunicato emesso ieri sera dalla direzione della Casa di riposo specifica che «il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste ha comunicato in data primo marzo alla direzione della Residenza protetta per anziani Casa “Livia Ieralla” di Padriciano e al medico competente, dottor Lorenzo Bongiorni, di aver ricevuto la notifica di un caso accertato di tubercolosi polmonare a carico di un operatore sanitario della struttura.
 
 
Al fine di dare tempestiva attuazione ai protocolli e alle procedure di profilassi e controllo previsti, la direzione di Casa Ieralla, su mandato del presidente e del consiglio di amministrazione, si è prontamente messa a disposizione delle competenti autorità sanitarie e ha provveduto a intraprendere tutte le azioni necessarie, all’interno della struttura, per garantire i massimi livelli di tutela e di sicurezza e limitare ogni eventuale rischio per i propri ospiti, dipendenti e familiari». È stato anche aggiunto che: «L’operatrice sanitaria colpita da tubercolosi polmonare e dipendente di Casa Ieralla non è attualmente in servizio, trovandosi sottoposta alle cure del caso».

La struttura si avvale di 102 dipendenti e gli ospiti attualmente sono 112, ma molti sono i familiari che anche con una certa assiduità visitano i propri parenti e permangono anche per tempi non brevi all’interno. Logica dunque l’apprensione che si è immediatamente diffusa, nonostante le frasi tranquillizzanti pronunciate a tutti i livelli di responsabilità. «L’allarme per la popolazione non c’è - ha affermato il direttore generale dell’Asuits, Nicola Delli Quadri -. Quella che abbiamo fatto alla struttura è una notifica, ce ne sono una ventina all’anno di questo tipo. Certo, nella fattispecie vengono aperte tutta una serie di procedure perché il caso riguarda un ambiente comunitario». «Non siamo mica di fronte a un caso di meningite - ha aggiunto lo stesso direttore Sabini - i familiari degli ospiti sono stati avvertiti, il protocollo è partito, i controlli proseguiranno a cerchi concentrici per escludere qualsiasi contagio».

La direzione di Casa Ieralla nella nota conferma «di aver sempre agito con rigore e scrupolo in base alle indicazioni delle competenti autorità sanitarie, con sistematiche attività di sorveglianza e prevenzione a tutela e salvaguardia della salute dei propri ospiti e del proprio personale». Anche nel caso specifico la direzione precisa «di aver rispettato, insieme al medico competente, tutti gli adempimenti in materia di sicurezza e sorveglianza sanitaria nei confronti dell’operatrice in questione».
 
Ma la direzione ha anche informato «di aver avviato una serie di accertamenti interni alla struttura al fine di verificare eventuali inadempienze, riservandosi di adottare, in ogni opportuna sede, provvedimenti o altre azioni che si rendessero necessarie». La stessa direzione di Casa Ieralla ha reso noto che ieri «in collaborazione con il dottor Lorenzo Bongiorni e con il personale del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste hanno preso avvio le attività di controllo e profilassi sui 112 ospiti e i 102 dipendenti della struttura e su tutti coloro che hanno avuto un contatto prolungato con l’operatrice sanitaria alla quale è stata diagnosticata la tubercolosi polmonare, come stabilito dai protocolli delle competenti autorità sanitarie».

 

 

Il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asuits, Valentino Patussi, presente ieri a Casa Ieralla, ha spiegato poi gli interventi nel dettaglio: «Abbiamo stilato il protocollo assieme ai medici di medicina generale, di geriatria, di pneumologia, delle malattie infettive, della radiologia e ai distretti. Le radiografie sugli ospiti verranno fatte adesso e ripetute tra due mesi. Se sarà reperita l’apparecchiatura mobile contiamo di incominciare venerdì (domani, ndr) e concludere la prima tornata in dieci giorni, altrimenti in una quindicina. Lunedì invece incominceranno gli esami del sangue per i dipendenti che a propria volta si concluderanno in una decina di giorni anche se alcuni risultati saranno noti solo successivamente. I controlli verranno effettuati anche sui familiari degli ospiti soltanto nella malaugurata ipotesi di qualche riscontro positivo ai test. Le probabilità sono ridotte perché implicano l’esistenza di un contatto diretto con l’operatrice sanitaria affetta da Tbc per un periodo solitamente superiore alle otto ore». La direzione di Casa Ieralla emetterà comunicati periodici sullo stato delle attività di controllo e profilassi: il prossimo è previsto già per domani pomeriggio.

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