Malata di cancro denuncia: farmaci scaduti

Farmaci antitumorali scaduti consegnati ai malati per le terapie domiciliari. È l’accusa rivolta all’Azienda sanitaria universitaria integrata e contenuta in un esposto-denuncia depositato in Procura da parte di una paziente oncologica. Un’accusa che Paolo Schincariol, responsabile del servizio di Farmacia dell’AsuiTs, respinge però con decisione. «I farmaci - afferma - sono tracciati, e ci risulta che la signora in cura abbia ricevuto le medicine del lotto regolare. Si tratta dunque solo di un equivoco».
La paziente ovviamente non la pensa così. «Lo scorso agosto - precisa nella denuncia - su indicazione del Dipartimento oncologico dell’Azienda mi è stata prescritta una terapia chemioterapica con ciclofosfamide, per l’assunzione del quale, viste le rilevanti problematiche e gli effetti collaterali, ho sottoscritto il relativo modulo di consenso informato. Il 29 settembre tale prescrizione è stata a reiterata con la fornitura, da parte della farmacia interna, di una nuova confezione di 50 pastiglie del farmaco con la specifica indicazione della nuova decorrenza della terapia a partire dal 5 ottobre. Così ho seguito la prescrizione e, dopo aver assunto per le pastiglie per 25 giorni, ho casualmente scoperto che il farmaco, prescritto e contenuto nella scatola in questione, era scaduto già in data aprile 2016. Una circostanza - si legge ancora nel testo della denuncia - che, al di là della possibile perdita di efficacia e della sicurezza d'impiego del medicinale, mi ha provocato un gravissimo stato di prostrazione psichica, considerate le mie condizioni di salute e il giustificato timore di aver sprecato preziosi margini temporali di sopravvivenza a causa di una non certo scusabile negligenza dei responsabili dell'Azienda».
Per queste ragioni la paziente, nel denunciare la somministrazione di farmaci scaduti, chiede alla procura «che qualora fosse ravvisata nei fatti un’ipotesi penalmente rilevante, si proceda per legge».
Ma, come detto, l’Asl respinge su tutto il fronte le accuse. «La scadenza indicata sulla scatola del farmaco fa riferimento a un altro lotto», spiega il responsabile della farmacia Paolo Schincariol. Aggiunge: «Il sistema di controllo ha indicato che alla paziente è stata consegnata una confezione con scadenza regolare e corretta. Temo che si tratti di una scatola non proveniente dalla nostra farmacia, ma da qualche altra fonte». Sarà la procura di Trieste ad accertare l’accaduto.
Ammontano a oltre 121mila le confezioni di medicine che sono state consegnate dall’AsuiTs nel 2015 ai pazienti per le cure domestiche. Le medicine - da quanto appreso - sono gestite da un sistema computerizzato che memorizza i codici del singolo farmaco assegnato al paziente. Inoltre tutti i medicinali erogati dalla Farmacia aziendale vengono annotate in appositi registri.
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