Maizen, dai fagioli ai cavi e lampadine

Quelle centinaia di cassetti in legno alla fine dell'800 erano colmi di fagioli, semi, spezie e chicchi di caffè. E' dal 1920 che invece Giuseppe Maizen li riempie di fili elettrici, lampadine e metri di cavi trasformando quel negozio di via Giulia 5 nella rivendita più fornita della città in materia di componenti elettrici. Da quando quel negozio è stato aperto ad oggi nessuno ha mai osato mettere mano sui mobili e sul pavimento. I cassettoni sono consumati dalle tante mani che li hanno aperti, il bancone conserva i segni degli attrezzi usati per tagliare i cavi e confezionare la merce e le tavole in legno del pavimento, specialmente quella dietro al banco, raccontano di milioni di clienti, di vite al lavoro.
Dal 1990 a gestire l'azienda c'è Albert Behrens. «Originariamente questa era una rivendita che, come ricordano le foto dell'epoca, - precisa il titolare - vendeva prodotti commestibili e coloniali. Da 90 anni invece si occupa di vendita all'ingrosso e al dettaglio di materiale elettrico, illuminotecnico, prodotti per l'aspirazione, ventilazione, riscaldamento e climatizzazione». Maizen è stato il primo negozio a Trieste a vendere e ad installare i tubi fluorescenti, i neon, all'epoca un'importante novità. Alla morte di Maizen a seguire l'azienda arrivò Federico Bernardi, il genero, e successivamente Franco Bernardi, il nipote. «Io ci lavoro da 38 anni - spiega Behrens - prima ero dipendente e successivamente titolare. E' un lavoro che mi appassiona, cerco di dare ai miei clienti più di quanto possa offrire un mega centro commerciale».
E con gli oltre 250 metri di magazzino acquistati anni fa l'impresa è riuscita. Gli artigiani ma pure le semplici casalinghe sanno che lì, in quel negozio che conserva intatta l'antica insegna della lampada Osram, non c'è un componente elettrico, un tipo di lampadina o un piccolo elettrodomestico che non si riesca a trovare. Ci sono le moderne racchette elettriche scaccia mosche ma pure gli antichi cavi in tela. C'è la candela elettrica e anche le mascherine per le prese di corrente di ogni marca e colore. Nessun desiderio resta inesaudito. «Un così ampio magazzino - sottolinea il titolare - gestito alla vecchia maniera ci consente di tenere parecchi pezzi per ogni articolo: per chi lavoro con questi componenti è un valore impagabile». Il magazzino che si articola dietro al negozio, fatto di corridoi, tunnel, passaggi ad arco e stanze nelle stanze è colmo come un uovo. Ma tutti sanno dove sia sistemato anche il pezzettino più piccolo dell'azienda. «Noi siamo stati il primo negozi in città a restare aperto anche alla domenica - avverte Behrens - anticipando i grandi centri e sorprendendo piacevolmente più di qualche cliente».
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