Maiorano è il nuovo questore

Proviene da Lecce, ma a Catanzaro è stato a lungo in prima linea contro la ’ndrangheta

A Lecce si è guadagnato l’etichetta di questore dal volto umano. Antonio Maiorano, 61 anni, il successore di Giuseppe Padulano, lascia Lecce per Trieste. Così ha deciso ieri il Viminale. Sul suo biglietto da visita, accanto il suo nome e la sua carica, c’è stampato il motto “Servi della legge, schiavi della nostra umanità”. Buon segno, non ci dovrebbero essere traumatici cambi di rotta visto che sembra avere più di qualche affinità con il questore uscente. Ma Maiorano è anche uomo d’azione che la criminalità organizzata, quella vera, l’ha vista in faccia e combattuta. All’epoca in cui era capo della squadra mobile di Catanzaro la ’ndrangheta era il suo primo pensiero quando si è alzava al mattino. Adesso dovrà confrontarsi con una nuova realtà, con i problermi che comporta una città di frontiera, nella fattispecie con il pendolarismo criminale che negli ultimi tempi ha fatto lievitare il numero delle rapine. Ma il Friuli-Vemezia Giulia non è per lui un territorio sconosciuto, ha già diretto la questura di Pordenone. E ora il salto di qualità un’eredità non facile dopo il pensionamento del triestino d’adozione Giuseppe Padulano. Antonio Maiorano è originario di Scala Coeli, piccolo centro del Cosentino. Coniugato, due figli, “fedele servitore dello Stato” (come ama definirsi) a giorni prenderà in consegna la questura che in questo breve periodo di vacatio è stata governata dal numero 2 Paolo Gropuzzo.

Maiorano ha alle spalle una brillante carriera che da tempo lo ha posto ai vertici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza: dopo aver diretto la squadra mobile di Ravenna, è stato inviato nella sua terra alla direzione prima della Digos e poi della squadra mobile di Catanzaro, nel periodo “caldo” della lotta alla ‘ndrangheta. La profonda esperienza acquisita sul campo in quegli anni lo ha reso uno dei massimi esperti dei fenomeni delinquenziali calabresi.

Un impegno nel campo del contrasto alla criminalità, quello di Maiorano, proseguito presso altri due importanti settori del Dipartimento della polizia: la Divisione “Coordinamento degli Uffici Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico” della Direzione Centrale della Polizia Criminale e la Divisione “Impiego e Gestione dei Reparti Prevenzione Crimine” del Servizio Controllo del Territorio presso la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Ed ancora, ha diretto la Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e la IX Zona di Polizia di Frontiera di Puglia, Abruzzo e Molise.

Dopo il periodo di direzione alle questure di Pordenone e Terni, il Dipartimento della P.S. ha ritenuto di avvalersi delle sue esperienze professionali nel campo dell’investigazione pura affidandogli la prestigiosa e delicata Direzione centrale per i servizi antidroga, l’organismo interforze che coordina tutta l’attività antidroga delle forze di polizia nell’intero ambito nazionale nonché le operazioni di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti condotte in collaborazione con altre polizie estere. Nel suo curriculum annovera anche missioni all’estero, riconoscimenti vari, docenze presso istituti di Istruzione della Polizia di Stato e la frequenza del XXIII corso di Alta Formazione presso la Scuola di Perfezionamento per le forze di Polizia. Come dire Trieste resta in buone mani.

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