Mail dell’assessorato violata. Dal tablet di Santoro 24 accessi

Il caso della posta di Pizzimenti era emerso a marzo. La consigliera dem ribadisce la buona fede
Mariagrazia Santoro (Assessore regionale Mobilità) alla conferenza stampa di presentazione del Bando europeo per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) su gomma e marittimo - Udine 27/10/2014
Mariagrazia Santoro (Assessore regionale Mobilità) alla conferenza stampa di presentazione del Bando europeo per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) su gomma e marittimo - Udine 27/10/2014

FVG L’indagine interna di Insiel parla chiaro: nei sei mesi precedenti inizio marzo, quando all’iPad in dotazione alla consigliera dem è stata disabilitata la connessione con la casella postale ufficiale dell’assessorato alle Infrastrutture, dal tablet di Mariagrazia Santoro risultano essere stati effettuati 24 accessi con relativo download della posta elettronica destinata, dal momento della vittoria elettorale del 29 aprile 2018, al suo successore Graziano Pizzimenti. Non un singolo accesso, esclusivamente legato all’invio di quella mail che ha portato l’assessore leghista a presentare denuncia contro ignoti alla Polizia Postale, dunque, ma pluricontatti che al momento non dimostrano nulla di concreto, ma che disegnano, allo stesso tempo, un quadro più completo della situazione.

Il “caso” a Palazzo nasce a inizio marzo quando Pizzimenti si accorge di aver subito almeno un accesso non autorizzato alla propria casella e-mail. Lo staff dell’assessore nota, infatti, che qualcuno firmandosi “Mgr” aveva risposto a un invito a un convegno scrivendo all’indirizzo personale di Andrea Simone Lerussi.

L’accesso all’account ufficiale dell’assessorato – garantisce Pizzimenti – è nelle mani dello stesso componente di giunta, dei tre addetti di segreteria e di un altro dipendente. Nessuno di loro ha mai inviato quella mail e dunque Pizzimenti, come prima cosa, contatta Insiel per avviare una verifica interna. Nel frattempo la voce della possibile violazione arriva all’attenzione della giunta, la notizia comincia a circolare ed è a quel punto che Santoro – di cui Lerussi è uno storico collaboratore – ammette quello che definisce un errore senza dolo.

«Quando è cessato il mio incarico in giunta – raccontò all’epoca –, l’amministrazione ha disattivato gli accessi alle e-mail dell’assessorato in tutti i computer a mia disposizione, mantenendo soltanto l’accesso all’indirizzo istituzionale, dove normalmente arrivano le comunicazioni quale consigliere e vicepresidente della IV Commissione. Per questo, in perfetta buona fede, ho ritenuto che fosse stato disattivato anche sull’iPad che avevo ancora a disposizione. Soltanto per un caso mi sono accorta che, invece, nonostante le rassicurazioni, il tablet risultava ancora connesso e scaricava la posta elettronica dell’assessorato. Sono dispiaciuta, ma non posso che ribadire piena buona fede».

Insiel, intanto, avvia e completa la sua inchiesta interna. In primo luogo viene osservato come altri due assessorati – quello delle Autonomie locali e quello della Cultura – risultassero avere ancora dei dispositivi “esterni” attivi, ma a differenza di quello alle Infrastrutture oggetto di sincronizzazione, e quindi di download della posta, soltanto in periodi antecedenti le regionali dello scorso anno. Partendo dalla mail firmata “Mrg”, quindi, viene isolato l’identificativo del tablet di partenza, cioè quello in uso a Santoro, verificando anche le sincronizzazioni effettuate negli ultimi sei mesi (tempistica massima consentita dalle procedure). Analisi, questa, che ha portato, appunto, alla cifra di 24 accessi e relativi download della posta elettronica riservata a Pizzimenti e al suo staff. Questo non significa che Santoro abbia materialmente letto la posta ricevuta dall’assessorato, ma soltanto che dal suo tablet sono state effettuate connessioni multiple alla casella di posta elettronica. Eventuali risvolti legali sono infatti correlati esclusivamente alle indagini della Postale, cui Insiel ha consegnato gli esiti dell’inchiesta interna.

Santoro intanto continua a professare la sua estraneità al caso: «Ribadisco quello che ho detto un paio di mesi fa: io non mi sono minimamente accorta, per quasi un anno, di come la casella di posta dell’assessorato fosse ancora connessa al mio iPad». —


 

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