Mai tanti infetti da aprile in Fvg: +36. E slitta il via ai test sierologici sui prof

A Trieste trovati positivi 9 migranti ospitati all’Ostello scout e un operatore sanitario rientrato dopo una vacanza in Croazia
Personale sanitario impegnato nei prelievi per i test: a Trieste il “drive in” dei tamponi è stato allestito nel parco dell’ex Opp Foto Lasorte
Personale sanitario impegnato nei prelievi per i test: a Trieste il “drive in” dei tamponi è stato allestito nel parco dell’ex Opp Foto Lasorte

TRIESTE Si deve tornare ai 60 casi del 27 aprile per trovare un dato più alto di quello di ieri: 36 nuove infezioni Covid, in cui rientrano anche 9 contagi di migranti, bengalesi e pakistani, accolti all’ostello Alpe Adria di Prosecco. Numeri all’insù che, in una giornata segnata pure dal rinvio della partenza dei test sierologici nel mondo della scuola, sono conseguenza anche di altre due vie del virus: il rientro dalle vacanze e gli assembramenti in discoteca, con altri 5 casi emersi dai balli senza troppe precauzioni a Lignano.

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Alessia Rosolen, assessore regionale all'Istruzione Fvg


Non è un allarme, non ancora, anche perché non si risconta un particolare carico sul Ssr: le terapie intensive occupate sono due (-1) e i ricoverati nei reparti delle malattie infettive rimangono nove. Ma i numeri, pur nella stragrande maggioranza di persone che non risultano avere sintomi, parlano chiaro. Per la prima volta da fine aprile l’incremento sulle 24 ore è superiore al 1% rispetto al totale da inizio emergenza.

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Tampone per il Covid-19


Con i 36 nuovi positivi di ieri (la metà identificata da attività di screening, una trentina riguarda gli spostamenti da e per l’estero) si sale a 3.583, di cui 1.447 a Trieste (+10), 1.102 a Udine (+10), 783 a Pordenone (+15), 237 a Gorizia e 4 di non residenti (+1). I malati si trovano perché si cercano, è la convinzione che circola in queste ore in Regione anche alla luce dei tamponi effettuati: oltre 15 mila in settimana, sempre sopra quota 3 mila dopo i 1.185 di lunedì (ieri sono stati 3.158) e con una corsa anche al test nei centri provati (alla Salus, a fronte di decine di richieste, se ne fanno una sessantina al giorno, fine settimana compreso).

«Dal momento in cui sono state ridotte le misure restrittive, ci potevamo aspettare un rialzo. Ma il fenomeno che più mi pare rilevante – è il commento del vicepresidente Riccardo Riccardi – è quello dei migranti dell’ostello, una specificità tutta nostra». La struttura è controllata dalla Prefettura, ricorda ancora Riccardi, e dunque sarà quella autorità a valutare l’opportunità o meno della “zona rossa”. Molto dipenderà dall’esito dei 90 tamponi effettuati e da cui appunto, al momento, sono emersi 9 positivi.

Il decimo caso triestino di ieri riguarda invece un operatore sanitario rientrato dalle ferie in Croazia, mentre per quel che riguarda Udine (dove c’è pure un richiedente asilo con diagnosi Covid) e Pordenone è ancora l'assessore alla sanità a informare che si tratta soprattutto di contagi di provenienza estera di lavoratori di Romania, Bosnia, Albania e Kosovo di ritorno in Fvg dopo la pausa estiva.

Nel bollettino sulle 24 ore gli attualmente positivi salgono di 24 unità e sono ora 254, i totalmente guariti ammontano a 2.981 (+12), i clinicamente guariti sono 11 (+3) e le persone in isolamento 232 (+22). I deceduti restano 348, di cui 197 a Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia.

Nel frattempo sono congelati i test sierologici su base volontaria al personale della scuola, che non partiranno lunedì, come era stato annunciato anche dalla Regione, ma probabilmente a metà settimana. «Manca un coordinamento», denunciava ieri mattina Adriano Zonta della Cgil, mentre il collega Ugo Previti della Uil segnalava il caso dei precari dimenticati («Nessuno ha previsto il test per loro»), e non meno spaesati sono i medici di medicina generale, privi di indicazioni operative. E così, nel pomeriggio, la riunione tra Asugi, direzione al completo, e i sindacati di categoria Fimmg e Snami è servita a condividere il rinvio di un’operazione decisa a livello nazionale, ma evidentemente senza tenere conto delle esigenze sui territori. Con l’Azienda che non dice una parola sulla vicenda (nessuna informazione arriva nemmeno da Udine e Pordenone), fonti sindacali parlano di un’adesione al momento di non più di una quarantina di medici di base di Trieste e Gorizia (preoccupati in particolare dai tempi lunghi del test, almeno un quarto d’ora a persona) su un totale di 270. —


 

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