Mai così tanti contagiati: 219 nuovi casi in 24 ore. Infetti in 4 case di riposo

TRIESTE Il coronavirus è sempre più diffuso nella sanità, nella scuola - con un caso ieri pure nella Casa dello studente H3 in via Severo a Trieste -, in famiglia. Il sistema di tracciamento, anche a causa della carenza di personale, criticità denunciata dal vicepresidente Riccardo Riccardi, è entrato in affanno e in Friuli Venezia Giulia la pandemia ha segnato ieri (mercoledì 21 ottobre) il maggior numero di contagi dall’inizio dell’epidemia, 219, di cui 67 a Trieste e 35 in provincia di Gorizia. Nel bollettino della Regione si informa anche di un decesso con diagnosi Covid, che risale però al giorno precedente: si tratta dell’ex assessore comunale di Udine Gabriele Damiani, classe 1939, ricoverato da inizio ottobre in terapia intensiva.
All’Itis, dove già due giorni fa erano stati resi noti i casi di due operatrici, si segnala la positività di un’ospite nella residenza Quercia riscontrata in Pronto soccorso, dove l’anziana era stata inviata a seguito di una caduta accidentale. Di qui il successivo ricovero in Rsa Covid all'ospedale Maggiore e conseguenti 40 tamponi sui residenti della Quercia e altri 25 sugli operatori, che si aggiungono ai 40 agli ospiti della residenza Palma, nell’ambito però del monitoraggio preventivo. Si aggiungono i tamponi positivi di un infermiere a Trieste, di un ausiliario di chirurgia a Monfalcone, di un programmatore e di un tecnico del Cro di Aviano, di un operatore di oculistica e di un infermiere a Pordenone, di un infermiere di Udine, di un’educatrice dell’Anfass sempre di Udine, di un ausiliario a San Daniele.
Altri casi anche nel mondo dell’istruzione. Positivi al tampone un bambino della materna Stuparich, uno della primaria Tarabochia e uno studente del comprensivo Bergamas di Trieste, e ancora uno studente di Scienze infermieristiche di Ronchi dei Legionari e uno del liceo Grigoletti di Pordenone. A comunicare la sua stessa positività all’Ardiss è stato inoltre un ospite della Casa dello studente E3 (208 i presenti, la struttura rimane per adesso aperta). Il ragazzo, asintomatico, è stato messo in isolamento nel suo alloggio singolo e ha fornito i nominativi delle persone con le quali è entrato in contatto, altri quattro studenti, pure in isolamento. Oggi i dipendenti dell’Ardiss eseguiranno un test sierologico già preventivato. Chiuso invece per decisione della Regione l’Ufficio tavolare del capoluogo, fino a data da destinarsi, per la sintomatologia riconducibile al Covid riscontrata in alcuni dipendenti, mentre altri sono venuti in contatto con positivi al virus.
Con un caso pure tra i lavoratori della grande distribuzione triestina, il totale da inizio emergenza, è di 6.855, di cui 2.382 a Udine (+91), 2.282 a Trieste (+67), 1.422 a Pordenone (+22) e 727 a Gorizia (+35), con l’aggiunta di 42 residenti fuori regione (+4). Il +219 rappresenta il 4,73% sui 4.627 tamponi di giornata, che comprendono pure quelli di verifica, ma sulle persone testate per la prima volta (1.332) siamo al 16,44%, un altro dato da record. Gli attualmente positivi sono ora 2.118 (+175), i totalmente guariti 4.370 (+43), i clinicamente guariti 12 (+1) e gli isolamenti 2.014 (+161). Salgono poi a 16 i pazienti in cura in terapia intensiva (+2) e a 76 i ricoverati in altri reparti (+11). I decessi ammontano a 367: 199 a Trieste, 82 a Udine, 75 a Pordenone e 11 a Gorizia.
La situazione è tale da richiedere soluzioni immediate. Asugi comunica l’accordo raggiunto con la residenza Villa Sissi di Strada per Vienna a Opicina, che ospiterà 65 posti letto per Covid positivi non autosufficienti asintomatici che non necessitano di ricovero ospedaliero e ai quali sarà fornita assistenza di base, in modo da liberare posti letto al Maggiore per pazienti che hanno bisogno di maggiore intensità di cure.
Il vicepresidente Riccardi, a convegno in videoconferenza sulla gestione regionale della pandemia, lancia da parte sua un appello alla medicina generale: «Va ridefinito e affermato lo spazio e il ruolo che spetta all'attività di assistenza primaria, mettendo a disposizione tutti gli strumenti possibili per esercitarla al meglio nell'attuale contesto epidemiologico». Ai medici di base, osserva l’assessore, «spetta lo screening iniziale sulle condizioni dei pazienti, per consentire alla rete ospedaliera di concentrare i propri sforzi là dove serve. Occorre dunque rafforzare la salute sul territorio per evitare che si intasino le strutture». —
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