Magris apre le celebrazioni per i 150 anni del liceo “Dante”
«Guardi, io ho giocato la finale di pallavolo contro il Petrarca vincendo 15-13 al quinto set, figuriamoci se ho qualcosa contro di loro...». C’è poco da fare: la “ruggine” tra i due licei classici di Trieste, Dante e Petrarca, quella rimane. Nonostante sia passato qualche anno dal diploma, anno 1977, «sezione B». E nonostante le celebrazioni. Perché dopo i festeggiamenti per il secolo di vita dell’istituto di via Rossetti, quasi a inseguirsi in una corsa agli anniversari da onorare, ecco i 150 anni del liceo di via Giustiniano. E Stefano Pilotto, pallavolista per passione un tempo e ora docente di Storia dei trattati all’Università di Trieste e al Mib, fa parte del comitato direttivo dell’Associazione Liceo Dante per gli eventi legati al 150esimo anniversario, appunto, della fondazione della scuola.
La ricorrenza ufficiale cade in autunno, a ottobre, ma si parte con un bel po’ di anticipo. Già ora, a gennaio: il 24 infatti, alle 18, nell’aula magna della scuola di via Giustiniano, sarà un ex allievo di prestigio come Claudio Magris a soffermarsi sull’importanza degli studi classici e sulla loro attualità in relazione allo sviluppo della società moderna (il titolo dice tutto: “Il Classico rende liberi”). Incontro che costituirà, appunto, la cerimonia di apertura delle celebrazioni. Ma non sarà l’unico tra i dantini più noti, perché a ruota, lungo tutto l’arco del 2013 (con cadenza mensile), ecco le testimonianze di Giovanni Gabrielli, avvocato e professore di diritto alla facoltà di Giurisprudenza; Mauro Giacca, direttore del Centro di ingegneria genetica di Trieste; e Giovanna Botteri, telegiornalista della Rai e corrispondente da New York, solo per citarne alcuni.
Insomma, sarà l’occasione per celebrare le eccellenze e «per ricordare quanti, usciti da questa scuola, hanno formato una società varia e responsabile, costituendo l’autentica forza propulsiva di questa città», annota Pilotto. Che poi aggiunge: «Vi saranno occasioni in cui si parlerà della bellezza e della capacità formativa degli studi classici, capaci come pochi di sviluppare le giovani menti, aprendole a prospettive di libertà e di progresso». E difatti, nel 1863, non fu facile convincere l’Austria a inaugurare una scuola classica, potenzialmente pericolosa per il suo carattere formativo e per gli esempi che avrebbero rafforzato l’amore per la libertà. Soprattutto dall’Austria. Quello che è certo è che resta incerta la data del momento culminante, con la presentazione del libro sulla storia della scuola, le fotografie delle classi, le lettere (a proposito, si lancia un appello a tutti i dantini...). «Sono in ballo due giorni: il 6 ottobre, quando è stata celebrata la messa per la benedizione della scuola, e il 20, primo giorno di lezione. Dobbiamo decidere». C’è tempo, in effetti. Di sicuro quel giorno verrà proiettato il film “Un anno di scuola; guerra del 1915“, tratto dal romanzo di Giani Stuparich, il tutto curato da Guido Botteri. E certamente ci sarà una festa di chiusura, anzi, come sottolinea Pilotto «un incontro intergenerazionale di ex allievi. Vogliamo che protagonisti delle celebrazioni siano coloro che rappresentano oggi la parte attiva della scuola: i docenti, coloro che vi lavorano, gli studenti, i giovani che oggi, come nei passati 150 anni, hanno frequentato e frequentano queste aule preparandovi il loro futuro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo