«Maggiore, Rsa da 100 posti per i pazienti meno gravi»

È una delle proposte dei medici per fronteggiare il taglio di 216 letti in ospedale. Linee guida operative presentate da Delli Quadri in Commissione regionale
Di Gabriella Ziani
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara
Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara

Costruire una enorme Rsa, residenza sanitaria assistenziale: 100 posti per pazienti meno gravi, ristrutturando la parte restante dell’ospedale Maggiore (40 milioni da chiedere alla Regione). Oppure: usare il Maggiore per compensare ciò che il prossimo megacantiere porterà a Cattinara con la serrata contemporanea di addirittura 6 piani alla volta. Anzi: rinforzare il Centro prime cure, sempre al Maggiore, per pazienti non gravi che arrivano dalle case di riposo. Meglio ancora: destreggiarsi tra “pre” e “post” e “bic”, nel senso di pre-accoglimento, post-acuzie e “bassa intensità di cura”. È un intero libro di ricette, all’aspetto palliative, quello che molti dirigenti medici stanno elucubrando di fronte alla riforma sanitaria che impone a Trieste di chiudere 216 posti letto, un quarto del totale, passando da 852 a 636, per rientrare nei freddi parametri della legge Balduzzi che sul numero “giusto” di letti fa riferimento alla popolazione, ma non allo stato demografico.

Politicamente “spara” il centrodestra, e come vedremo su certe cose le spara grosse, tace il centrosinistra, sono i medici stessi (che conoscono l’ospedale strapieno e la cartella clinica della città) a farsi carico di idee e suggerimenti, anche se il neonominato commissario che unificherà Azienda ospedaliera con Azienda sanitaria, e cioé il manager dell’Ass1 Nicola Delli Quadri, in terza commissione regionale ha già raccontato molti capitoli del libro nuovo che dal 1.o gennaio in poi bisognerà cominciare a scrivere per Trieste.

«La Rsa - dice per esempio Marco Confalonieri, direttore di Pneumologia - servirebbe per la maggiore assistenza chiesta dalla Regione e per facilitare le dimissioni da Cattinara, uno dei nodi più critici (80 posti letto disponibili, ha calcolato l’ospedale, si avrebbero in più dimettendo nei tempi giusti), e tutto ciò è da fare prima di ogni riduzione di posti letto, visto che negli anni qui ne sono stati chiusi già 3000 su 3904. E non dopo. Non si può giocare sulla pelle della gente. Serve inoltre - prosegue Confalonieri - collaborazione strettissima con l’Isontino e con gli istituti scientifici».

Per Claudio Tiribelli, direttore del Dipartimento delle Medicine sovraffollate, «l’utilità di una Rsa è innegabile, ma non vedo possibile che la Regione paghi il restauro finale del Maggiore. Punteremo sul “bic”, reparto a bassa intensità di cura, al Maggiore, che ha oggi 28 posti letto: insufficienti. Dal 1.o gennaio si lavorerà fianco a fianco con l’Ass1: a Cattinara solo i malati acuti, e ogni Medicina specializzata. Ma ci vorrà del tempo...».

In terza commissione Nicola Delli Quadri (che per oggi attende la nomina ufficiale a commissario unico) ha già certificato un paio di cose e programmi, a partire dal controllo sui ricoveri degli over-75 in 12 anni: nonostante pressioni e sforzi costanti a Trieste il loro numero è rimasto stabile. Dunque a oggi non è un numero comprimibile.

Queste le linee di lavoro presentate da Delli Quadri in Regione: «Utilizzare il Centro prime cure del Maggiore per pazienti che arrivano dalle strutture protette, indicazione al 118 di ricoverarle lì e non a Cattinara (salvo casi seri), dove ci sono radiologia, diagnostica e laboratorio. Trasformare gli attuali letti di “post-acuzie” in “pre-accoglimento”, ampliando l’“osservazione” del Pronto soccorso. Trattare sul territorio, con il monitoraggio continuo dei medici di famiglia, che eviti i peggioramenti, broncopatie e scompenso cardiaco, la prima causa di ricovero per gli anziani. Bisogna affrontare le cronicità prima, non in ospedale. In uno o due anni potremmo ridurre i ricoveri evitabili...».

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