«Maggiore, Rsa da 100 posti per i pazienti meno gravi»
Costruire una enorme Rsa, residenza sanitaria assistenziale: 100 posti per pazienti meno gravi, ristrutturando la parte restante dell’ospedale Maggiore (40 milioni da chiedere alla Regione). Oppure: usare il Maggiore per compensare ciò che il prossimo megacantiere porterà a Cattinara con la serrata contemporanea di addirittura 6 piani alla volta. Anzi: rinforzare il Centro prime cure, sempre al Maggiore, per pazienti non gravi che arrivano dalle case di riposo. Meglio ancora: destreggiarsi tra “pre” e “post” e “bic”, nel senso di pre-accoglimento, post-acuzie e “bassa intensità di cura”. È un intero libro di ricette, all’aspetto palliative, quello che molti dirigenti medici stanno elucubrando di fronte alla riforma sanitaria che impone a Trieste di chiudere 216 posti letto, un quarto del totale, passando da 852 a 636, per rientrare nei freddi parametri della legge Balduzzi che sul numero “giusto” di letti fa riferimento alla popolazione, ma non allo stato demografico.
Politicamente “spara” il centrodestra, e come vedremo su certe cose le spara grosse, tace il centrosinistra, sono i medici stessi (che conoscono l’ospedale strapieno e la cartella clinica della città) a farsi carico di idee e suggerimenti, anche se il neonominato commissario che unificherà Azienda ospedaliera con Azienda sanitaria, e cioé il manager dell’Ass1 Nicola Delli Quadri, in terza commissione regionale ha già raccontato molti capitoli del libro nuovo che dal 1.o gennaio in poi bisognerà cominciare a scrivere per Trieste.
«La Rsa - dice per esempio Marco Confalonieri, direttore di Pneumologia - servirebbe per la maggiore assistenza chiesta dalla Regione e per facilitare le dimissioni da Cattinara, uno dei nodi più critici (80 posti letto disponibili, ha calcolato l’ospedale, si avrebbero in più dimettendo nei tempi giusti), e tutto ciò è da fare prima di ogni riduzione di posti letto, visto che negli anni qui ne sono stati chiusi già 3000 su 3904. E non dopo. Non si può giocare sulla pelle della gente. Serve inoltre - prosegue Confalonieri - collaborazione strettissima con l’Isontino e con gli istituti scientifici».
Per Claudio Tiribelli, direttore del Dipartimento delle Medicine sovraffollate, «l’utilità di una Rsa è innegabile, ma non vedo possibile che la Regione paghi il restauro finale del Maggiore. Punteremo sul “bic”, reparto a bassa intensità di cura, al Maggiore, che ha oggi 28 posti letto: insufficienti. Dal 1.o gennaio si lavorerà fianco a fianco con l’Ass1: a Cattinara solo i malati acuti, e ogni Medicina specializzata. Ma ci vorrà del tempo...».
In terza commissione Nicola Delli Quadri (che per oggi attende la nomina ufficiale a commissario unico) ha già certificato un paio di cose e programmi, a partire dal controllo sui ricoveri degli over-75 in 12 anni: nonostante pressioni e sforzi costanti a Trieste il loro numero è rimasto stabile. Dunque a oggi non è un numero comprimibile.
Queste le linee di lavoro presentate da Delli Quadri in Regione: «Utilizzare il Centro prime cure del Maggiore per pazienti che arrivano dalle strutture protette, indicazione al 118 di ricoverarle lì e non a Cattinara (salvo casi seri), dove ci sono radiologia, diagnostica e laboratorio. Trasformare gli attuali letti di “post-acuzie” in “pre-accoglimento”, ampliando l’“osservazione” del Pronto soccorso. Trattare sul territorio, con il monitoraggio continuo dei medici di famiglia, che eviti i peggioramenti, broncopatie e scompenso cardiaco, la prima causa di ricovero per gli anziani. Bisogna affrontare le cronicità prima, non in ospedale. In uno o due anni potremmo ridurre i ricoveri evitabili...».
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