Maggiore, Polo tecnologico da 29 milioni di euro
Un gioiello di architettura e tecnologia. Il nuovo Polo tecnologico dell'Ospedale Maggiore è stato ufficialmente inaugurato ieri con il taglio del nastro alla presenza di numerose autorità. La struttura, peraltro già quasi totalmente operativa, è costata in totale 29 milioni di euro, una ventina dei quali impiegati per le opere edili, mentre la parte restante è stata utilizzata per le moderne apparecchiature ad alta tecnologia.
Tre anni e mezzo la durata dei lavori per la realizzazione di un complesso che dunque apre nel mezzo di una riforma della Sanità che tanti contrasti e discussioni sta sollevando. Quattro livelli, per una superficie globale di 6mila metri quadrati, e 29 i posti letto a disposizione dei degenti, mentre all'interno della struttura operano circa 130 persone tra medici, assistenti e personale infermieristico. Il nuovo Polo tecnologico, che sorge sull'area che un tempo ospitava il Cup, il centro prelievi e gli uffici della direzione, si avvale di servizi sanitari all'avanguardia, quali la Radiodiagnostica e la Radioterapia, può contare su quattro sale operatorie e sul reparto di Terapia intensiva, cui si aggiungono una degenza multidipartimentale e una serie di ambulatori specialistici, tra cui oculistica, ortopedia e anestesia.
La struttura, dove la modernità delle tecniche costruttive si sposa con l'impianto architettonico dello storico Ospedale Maggiore, è operativa al 90%: a completamento dei servizi manca il trasferimento della parte riservata al centro prime cure ed al Pronto soccorso. «È un'opera capace di coniugare l'elemento contemporaneo a quello antico», ha spiegato Francesco Cobello, direttore dell'Azienda ospedaliero universitaria: «Una struttura realizzata in tempi rapidi e già perfettamente operativa, in grado di qualificare sia il Maggiore che l'intera sanità triestina: sta a noi adesso valorizzare tutto il capitale umano che opera qui dentro». I singoli livelli della struttura partono dal piano interrato, dove si trova la Radioterapia, nei cui spazi sono posizionati due acceleratori lineari ed una sala destinata alla brachiterapia ed altre attività di supporto tali da far fronte a circa 30 mila trattamenti annui. Al piano terra si trovano le quattro sale operatorie, due delle quali dedicate alla chirurgia ambulatoriale, una alla Clinica oculistica e una a quella stomatologica. Sullo stesso livello sono ospitate anche la Terapia intensiva, la Rianimazione e la Recovery room, dedicata ai pazienti che subiscono interventi delicati e necessitano di un'osservazione più accurata, ma tale da non richiedere una terapia intensiva.
Al primo piano si colloca invece la Radiologia che a breve sarà affiancata dal Pronto Soccorso e dal Centro prime cure. Gli spazi nuovi della Radiodiagnostica sono sviluppati in modo tale da consentire le indagini di radiologia tradizionale, ecografia, Tac e Risonanza Magnetica, con una previsione di circa100 mila esami all'anno. Infine al secondo piano sono ubicate le degenze della Day Surgery, della Clinica Stomatologica e di quella Oculistica: sullo stesso livello ci sono anche gli ambulatori di Oculistica, Ortopedia e quelli per le visite anestesiologiche pre-intervento chirurgico.
Il Polo tecnologico è stato visitato dalle autorità presenti alla cerimonia di inaugurazione, tra cui il vescovo Giampaolo Crepaldi, gli assessori regionali alla Sanità Maria Sandra Telesca e alle Finanze Francesco Peroni e il sindaco Roberto Cosolini. «Siamo di fronte ad un complesso di alta tecnologia e professionalità» - ha sottolineato Telesca -. «Questa è la dimostrazione di come le strutture innovative non vadano a depauperare l'esistente: il nostro obiettivo è al contrario quello di concentrare i poli di eccellenza e la sanità triestina appartiene a tutti gli effetti a questa categoria». «Questo Polo tecnologico è un simbolo della sanità moderna che si coniuga con l'alta formazione e la ricerca scientifica» - ha affermato Cosolini -. «Non può che essere questa dunque la strada da perseguire per confermare i livelli di eccellenza delle cure per i nostri cittadini e per quelli che arrivano dai territori vicini».
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