Magazzino vini, affare fatto: Eataly sbarca sulle Rive a Trieste

Firmato a Milano un contratto di nove anni con la prestigiosa catena. L’apertura è prevista a Natale 2014. Così Paniccia: «Una novità che valorizzerà la città»
Lasorte Trieste 23/07/13 - Rive, Ex Magazzino Vini
Lasorte Trieste 23/07/13 - Rive, Ex Magazzino Vini

È ufficiale. Eataly sbarcherà a Trieste. L’approdo sarà, come voleva l’attesa di quest’estate, l’ex Magazzino vini. L’appuntamento è fra meno di un anno e mezzo, a intervento di ristrutturazione finito. Grosso modo per le feste di Natale del 2014. Da ieri, dunque, la città zeppa di contenitori che studia di continuo come riempirli ha un problema in meno e una leva in più per provare a rilanciarsi.

L’ex Magazzino vini appunto - da un ventennio icona del “che fare” del dibattito politico, al di là della riqualificazione portata avanti comunque dalla Fondazione CRTrieste che ne è il proprietario - non è più una scatola vuota.

Sta per essere imbottita, come si diceva, col “companatico” più gustoso (letteralmente) e al tempo stesso più atteso, se è vero che in queste settimane si stava facendo sempre più grossa la voce di contatti tra la stessa Fondazione e Eataly, network dell’enogastronomia tricolore di alta qualità nato dal teschio di Oscar Farinetti. Ebbene, adesso quella voce, tenuta finora appositamente bassa, si è tradotta in carta che canta: Eataly - già presente a Roma, Bologna, Genova, Milano, Torino, Pinerolo e dintorni piemontesi, oltre che in Giappone e a New York, e che si sta allargando tra Bari, Firenze e Piacenza eppoi Istanbul, Dubai e Chicago - avrà la sua “vetrina” anche a Trieste.

Una vetrina della cucina “made in Italy” affacciata volutamente sul confine, e rivolta ai mercati di Slovenia e Croazia ma pure Austria e altri paesi della Mitteleuropa. Proprio ieri mattina, infatti, il presidente della Fondazione CRTrieste Massimo Paniccia, accompagnato dal segretario generale Paolo Santangelo, ha fatto visita a Farinetti nella grande nuova filiale di Eataly di Milano. I due si sono stretti la mano e hanno autografato un documento. È il contratto d’affitto, valido per nove anni rinnovabile per altri nove, con cui Eataly prende idealmente (e non solo) “possesso” di piano terra e primo piano dell’ex Magazzino vini, che saranno collegati tra loro. Fanno in totale circa duemila metri quadrati, là dove la “creatura” di Farinetti si svilupperà tra aree ristorante e degustazione, spazi didattici di educazione al mangiare e bere bene, showrooms del gusto e infine punti vendita dell’enogastronomia nel nome, come si diceva, del “made in Italy”. Ma pure del made in Trieste e paraggi, dato che lo spirito di Eataly è quello di valorizzare, sotto lo stesso cappello, le produzioni tipiche locali, di alta qualità, che orbitano attorno a ogni filiale.

L’accordo - a proposito del quale l’unico dettaglio rimasto per ora coperto è quello economico, «ma siamo su valori assolutamente di mercato», per dirla alla Paniccia, a fronte di rumors della vigilia che si aggiravano sui 400mila euro l’anno - prevede la consegna dell’ex Magazzino vini rimesso completamente a nuovo, da parte della Fondazione CRTrieste, in dodici mesi. Nell’autunno del prossimo anno, quindi, i collaboratori di Farinetti entreranno in azione per gli arredi e gli allestimenti interni, che saranno appunto di competenza di Eataly, come chiedeva in fase di trattativa lo stesso Farinetti. La dead-line per il taglio del nastro è per Natale 2014. Il che vuol dire che l’operazione di restyling dello storico magazzino delle Rive riprenderà, per il rush finale, a strettissimo giro. Già nei prossimi giorni è previsto che i tecnici di Fondazione e Eataly si scambino determinate indicazioni con le specifiche dei layout da armonizzare tra dentro e fuori. «Sono convinto - così Paniccia a firma avvenuta - che si tratti di una novità molto importante, che consentirà a Trieste di valorizzarsi, e all’interno della quale la Fondazione stessa potrà trovare a sua volta, in collaborazione con Eataly, attraverso iniziative di turismo, di promozione e di cultura dell’eccellenza italiana, rivolte anche alle scuole, elementi di sviluppo socio-economico del territorio, così come vuole proprio il nostro Statuto».

@PierRaub

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