Maestre a rischio, è uno sciopero che divide
«Ci rivolgiamo a tutti i genitori che in questi giorni protestano per lo sciopero delle insegnanti tra il 2 e il 3 maggio. La mobilitazione è indetta perché a settembre i bambini non ritroveranno le maestre che per tanti anni li hanno fatti crescere. Anzi, rischiano di non trovare proprio maestre disponibili. Vogliamo che tutte le famiglie siano a conoscenza di ciò che sta accadendo, di quante persone potrebbero perdere il posto di lavoro. Persone diplomate o laureate, delle scuole d’infanzia o delle elementari, supplenti o già di ruolo. Persone che da anni seguono con passione e impegno tantissimi alunni».
È il messaggio che la delegazione di maestre impegnate nel sit in davanti all’Ufficio scolastico regionale - dove anche oggi proseguirà la protesta in occasione della seconda delle due giornate di sciopero calendarizzate a tutela delle insegnanti “a rischio” - ha voluto lanciare pubblicamente ieri proprio ai piedi della sede dell’ente scolastico locale.
Continua dunque a Trieste, come in tutta Italia, la vertenza che interessa le diplomate alle magistrali prima del 2001-2002, categoria che secondo il Consiglio di Stato non ha più diritto all’abilitazione. Il recente pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato prevede così che migliaia di docenti siano esclusi a livello nazionale dalle cosiddette Gae, Graduatorie ad esaurimento, e che passino alle graduatorie d’istituto, perdendo quindi il diritto alla cattedra fissa. Il problema riguarda 150 insegnanti a Trieste, 300 in regione e 43 mila in tutta Italia.
Una trentina le donne presenti ieri alla protesta, mentre altre, semplicemente, non si sono recate a scuola. I numeri ufficiali dell’adesione allo sciopero non sono ancora disponibili. «Alcuni genitori hanno capito il problema e ci sono vicini - commenta una maestra - e altri addirittura ci hanno chiesto cosa possono fare per darci una mano a superare questa situazione. Molti però non conoscono la realtà, e si dicono infastiditi per la mancata presenza a scuola del personale». E i commenti di molte famiglie sui social sono stati proprio contro lo sciopero e le date di svolgimento. «Siamo stufi - scrive ad esempio una mamma su Facebook - dell’ennesimo blocco delle lezioni. Sono tanti dall’inizio dell’anno, con motivazioni differenti. E stupisce che capiti proprio a ridosso di ponti di festa come questo».
Ma l’agitazione comunque prosegue e i malumori delle insegnanti non si placano. In altre città d’Italia nei mesi scorsi sono stati promossi anche cortei per sensibilizzare i cittadini. La questione è complessa, ed è legata appunto alla sentenza della seduta plenaria del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, in base alla quale il diploma magistrale conseguito entro il 2001-2002 non è più riconosciuto come titolo d’accesso alle Gae. Si salva solo chi ha avuto una specifica sentenza, passata in giudicato, per il riconoscimento del diritto al ruolo.
La protesta in tutta Italia è organizzata dal Coordinamento diplomati magistrali anche con il sostegno dell’Anief, che, per opporsi alla decisione dell’Avvocatura dello Stato, ha predisposto uno specifico ricorso, promosso innanzi al giudice del lavoro, finalizzato proprio all’opposizione al licenziamento dei diplomati magistrali che hanno superato l’anno di prova.
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