Madre e figlio trovati morti nel garage di casa a Muggia

I corpi erano nell’abitacolo dell’auto, collegato al tubo del gas di scarico. A dare l’allarme un cliente della loro tabaccheria

MUGGIA Li hanno trovati morti nel garage di casa. Mamma e figlio insieme. La sessantottenne Daniela Macor e il quarantacinquenne Marco Ferraro erano dentro l’abitacolo dell’automobile. Lo scarico della vettura era collegato al finestrino con un tubo di gomma. Si pensa a un doppio suicidio, anche se la dinamica è tutta da accertare.

Di Daniela Macor e Marco Ferraro non si avevano più notizie da sabato: il tabacchino di via D’Annunzio che gestivano assieme aveva le serrande abbassate da quel giorno.

I corpi sono stati rinvenuti mercoledì mattina dalla Polizia nella villa di Muggia, in via di Pianezzi 24/A, dove mamma e figlio abitavano. Entrambi erano noti. Il caso ha sconvolto la comunità locale.

Nessuno tra i vicini e i conoscenti sa darsi spiegazioni su un gesto del genere. L’unica ipotesi possibile, al momento, è quella del lutto famigliare: a febbraio era deceduto Giuseppe Ferraro, marito di Daniela e padre di Marco, rinomato professore e per molti anni docente di Tecnologia, oltre che vicepreside dell’Istituto comprensivo Bergamas. “Pino”, come lo chiamavano tutti, era considerato un innovatore nell’ambito dell’educazione ambientale: aveva promosso il progetto “Ambiente marino” del Golfo di Trieste che si proponeva di inserire i giovani in un contesto operativo reale per avviarli a una cultura marinara associata al rispetto dell’ambiente. Per l’attività didattica il docente metteva a disposizione dei ragazzi il suo catamarano “Aulablu”. Pino era un perno anche in famiglia.

Moglie e figlio non avrebbero retto il dolore della perdita? Così si mormora a Muggia. «Marco era un uomo riservato e solo – racconta una signora che abita in un caseggiato non distante dalla villa di via Pianezzi – quando lo incrociavo ci si salutava. Dava l’impressione di essere sulle sue, non aveva amicizie. La madre era fragile, mi risulta che alcuni anni fa avesse tentato il suicidio. Erano molto legati a Pino».

Una descrizione, questa, confermata da più di qualcuno nella piccola comunità di Muggia. Dove le voci corrono facilmente. Sembra che il quarantacinquenne fosse seguito dai servizi di salute mentale. Ma su questo aspetto al momento mancano certezze.

È stato un cliente del tabacchino ad allertare i soccorsi. Vedendo il negozio con le serrande abbassate da giorni si è insospettito.

Le ricerche sono partite così. Martedì mattina la Polizia si è presentata davanti alla villa di via di Pianezzi 24/A con i Vigili del fuoco. La villetta era chiusa. È stato necessario forzare la serrature. In casa non c’era nessuno. Agenti e pompieri hanno poi controllato nel garage. Sono entrati e si sono trovati dinnanzi l’auto con dentro i due cadaveri. Il tubo collegato allo scarico non lasciava spazio a dubbi. Sul posto è intervenuta la Scientifica. La zona è stata transennata.

Servirà l’autopsia però per capire cosa è veramente accaduto e se davvero si è trattato di un gesto estremo compiuto insieme. Già, perché i decessi potrebbero anche essere avvenuti in momenti diversi: non si esclude, in effetti, che uno dei due possa aver trovato l’altro già morto in casa (per un malore? O proprio per un suicidio?). E, preso dalla disperazione, potrebbe aver portato di peso il cadavere in macchina per togliersi la vita a sua volta. Sono supposizioni. Tutte le piste investigative sono aperte.

In casa sarebbe stato rinvenuto un testamento. —


 

Argomenti:tragediesuicidi

Riproduzione riservata © Il Piccolo