Madre e figlia minacciate dal rapinatore
Non quattro ma cinque rapine. Prima di trovarsi con le manette ai polsi, dopo i colpi lampo messi a segno in centro città e nei quartieri residenziali, giovedì scorso il tossicodipendente di ventiquattro anni fermato dalla polizia aveva derubato anche un’altra coppia. E con lo stesso modus operandi: un coltello da cucina puntato sui malcapitati.
Il particolare emerge all’indomani dell’arresto e dà l’idea del panico che il ragazzo, P.V.M. le sue iniziali, ha seminato a Trieste nell’arco di un pomeriggio. E non solo nel rione di Barriera sotto gli occhi dei passanti, come sembrava in un primo momento, ma pure in via Tigor e a San Giusto. È proprio lì, nei pressi della cattedrale, che il giovane si è avventato su due turisti di nazionalità slovacca costringendoli a svuotare il portafoglio. Il tossicodipendente è riuscito a farsi dare 220 euro. La coppia di stranieri è rimasta talmente terrorizzata che non ha avuto nemmeno il coraggio di andare a denunciare l’episodio. I due slovacchi sono ritornati in albergo, all’hotel “Continentale” di via San Nicolò, e solo il mattino successivo hanno riferito alla reception quanto avvenuto. La coppia di turisti ha riconosciuto l’uomo in Questura grazie alle foto identificative. Era lo stesso che aveva assalito le altre persone.
Una circostanza, questa, che aggrava la posizione del ventiquattrenne difeso dall’avvocato d’ufficio Enrico Miscia.
Ieri il gip Luigi Dainotti ha convalidato l’arresto e ha disposto l’ordinanza per la custodia cautelare in carcere richiesta dal pm Pietro Montrone. Il giovane è al Coroneo.
Dunque non solo il rione di Barriera. Peraltro la quarta rapina, prima di quella a San Giusto, era avvenuta - si è saputo ieri - in via Tigor. Il ventiquattrenne, che ha cercato di camuffarsi con occhiali e cappello, ha minacciato con lo stesso coltello una mamma che teneva per mano la figlioletta. Ma la donna non ha affatto perso la calma. Ha invitato il malvivente a mettere via l’arma, consegnandogli il denaro che in quel momento teneva in portafoglio. «Ho solo 20 euro...». Mentre la signora cercava i soldi, il tossicodipendente si è buttato per terra in ginocchio a mani giunte supplicandola di dargli le banconote. Poi è fuggito via.
Il giovane rapinatore versa in una condizione di grave disturbo psichico; è seguito sia dal Centro di salute mentale che dal Dipartimento per le dipendenze dell’Azienda sanitaria di Trieste. La famiglia stessa ha alle spalle storie di disagio. È uno dei motivi per i quali la magistratura ha preferito incarcerare il ragazzo, piuttosto che tenerlo ai domiciliari dove potrebbe essere pericoloso per se stesso e i genitori.
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Dainotti è stata peraltro accompagnata da un’esplicita richiesta al personale della casa circondariale di fare attenzione al giovane. Di non perderlo di vista, in buona sostanza, in modo che non compia gesti sconsiderati.
È stata la polizia a identificare e ad arrestare giovedì pomeriggio il ventiquattrenne dopo l’allarme dei numerosi passanti che avevano assistito alle rapine.
Per mettersi sulle tracce dell’uomo la Questura ha mobiliato dieci equipaggi in contemporanea, tra volanti, Squadra mobile e agenti del Commissariato di San Sabba. Un vero e proprio piano anti-rapine coordinato dall’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. Il malvivente è stato fermato dall’ispettore Rossi del Commissariato di San Sabba.
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