Made in Fincantieri la prima nave bianca sul mercato cinese

Memorandum con Carnival e il colosso navalmeccanico Cssc: siglata con Pechino una joint venture storica nel settore crociere
Un'immagine dall'alto della Fincantieri
Un'immagine dall'alto della Fincantieri

Fincantieri può diventare il terzo attore di una proiezione storica per la cantieristica e per la crocieristica mondiale: scenario dell’evento è il mercato cinese. Nel corso della nona edizione della fiera “cruise” allestita a Tianjin, due colossi hanno infatti firmato un memorandum d’intesa, indirizzato allo sviluppo del settore nel subcontinente asiatico: si tratta della nordamericana Carnival, primo operatore armatoriale a livello mondiale, e del gruppo navalmeccanico cinese Cssc, quotato alla Borsa di Shanghai, uno dei due grandi conglomerati cantieristici di proprietà pubblica.

Il “Mou” (“memorandum of understanding”) contempla la possibilità di costituire tra le due realtà una joint venture mirata alla crescita del settore crocieristico in Cina, che si candida a diventare - insieme agli Stati Uniti - uno dei maggiori mercati mondiali per il turismo marittimo. Il potenziale commerciale, da qui al 2020, è stimato in 4,5 milioni di passeggeri, tre volte gli attuali livelli di traffico .

Nel comunicato diffuso da Carnival si prospetta il coinvolgimento di Fincantieri nell’operazione, come specialista del comparto, in qualità di primo costruttore mondiale di navi da crociera. L’obiettivo è mettere a punto la prima unità “cruise” cinese, una “passeggeri” che si attagli alle peculiarità di un mercato dove Carnival (ma anche la concorrente Royal Caribbean) rafforzerà la sua presenza nel 2015, portando a quattro le navi che scalano i porti del grande Paese asiatico. La formazione di una compagnia crocieristica cinese, lo sviluppo portuale-logistico sono altri passaggi del documento co-firmato da Carnival e Cssc.

Nessun commento ufficiale da Fincantieri, che non si sbilancia in attesa di meglio comprendere l’effettiva portata dell’eventuale coinvolgimento, visto che la nave verrebbe fabbricata in Cina. L’operazione, comunque, viene vista con interesse, in quanto aprirebbe un orizzonte produttivo e commerciale di notevoli dimensioni. Non si dovrebbero creare problemi di competizione, nel momento in cui le navi sarebbero progettate e realizzate per rispondere alle specifiche esigenze del mercato cinese.

La notizia, per quanto interessante, non ha contribuito a tonificare l’abituale grigiore del titolo, che perdeva oltre l’1%. Per chiudere il capitolo “cruise”, Fincantieri ha annunciato che la consegna di “Diadema” a Costa avverrà sabato 25 a Marghera.

Per curiosa coincidenza l’annuncio di Carnival avveniva quasi contemporaneamente alla sigla dell’accordo tra la controllante di Fincantieri, Cassa depositi e prestiti (Cdp), e China Development Bank (Cdb): le contraenti vogliono effettuare «operazioni congiunte» per 3 miliardi di euro nel prossimo quinquennio, avendo come principali punti di caduta infrastrutture, investimenti azionari, finanziamenti per l’export.

Infine, per Fincantieri una nota negativa sotto il profilo gestionale giunge da Vard, la controllata norvegese specializzata nelle produzioni offshore. Il margine operativo lordo di Vard sarà nel terzo trimestre «leggermente negativo», vittima ancora una volta delle negative performance del sito brasiliano di Promar.

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