Macchina “accerchiata” dai gabbiani in Costiera, danni e tanto spavento
MONFALCONE Per un momento ha rivissuto, ma nella crudezza della realtà, con tanto di danni veri alla vettura, una delle scene del film “Gli uccelli” del famoso mago del brivido Alfred Hitchcock. Il tutto sulla Costiera triestina. È capitato a un monfalconese, V.C. le sue iniziali, che, imboccando una delle curve nelle vicinanze della Tenda Rossa, si è trovato all’improvviso letteralmente avvolto da uno stormo di gabbiani comuni, quelli che a Trieste sono noti come “cocai”.
«Si trovavano a bordo strada – racconta il malcapitato – perché forse stavano bevendo da qualche pozzanghera, o mangiando qualcosa sull’asfalto, poteva essere una carogna di colombo, e ovviamente, al mio arrivo, spaventati, si sono alzati tutti insieme in volo, creando una sorta di nuvola. Per qualche istante non ho visto più nulla – continua V. C. – e ho solo sentito il rumore di tanti di questi uccelli che sbattevano contro le lamiere della mia automobile. Un’esperienza che non vorrei rivivere e che mi è costata parecchio. Circa 200 euro di riparazione dal carrozziere».
Incocciando la vettura del monfalconese, alcuni di questi gabbiani comuni hanno rovinato i sensori di posteggio, che normalmente sono collocati ai bordi dei paraurti, altri hanno danneggiato in parte la carrozzeria e un paio di luci. Insomma, un bel danno. alla fine, una decina di “cocai” sono rimasti sull’asfalto, morti. Enorme lo spavento per V.C.: «Per qualche momento – sottolinea l’automobilista – ho perso il controllo dell’automobile. Ci fosse stato qualcuno nelle immediate vicinanze – evidenzia – il danno sarebbe potuto essere ben più grave».
Stavolta è andata relativamente bene, dunque, ma la preoccupazione - in linea generale - rimane, anche perché di situazioni di questo tipo non c’è memoria. Se il fenomeno dovesse ripetersi, bisognerebbe iniziare a domandarsi cosa stia accadendo. Un’ipotesi prova a formularla Fabio Perco, zoologo, naturalista, docente in atenei italiani e stranieri, divulgatore della biodiversità. «È difficile spiegare questa situazione – osserva – perché bisognerebbe avere informazioni più dettagliate. Ma, per quanto è dato conoscere, in base al racconto dell’automobilista, è probabile che si sia trattato di uno stormo di gabbiani comuni, in fase di migrazione dall’Europa centrale. Nel corso dell’inverno – aggiunge Perco – se il clima diventa particolarmente rigido i gabbiani comuni tendono a spostarsi, per cercare di raggiungere aree più calde. Potrebbe darsi che questo stormo – continua il naturalista e zoologo – sia sceso a terra lungo la costiera triestina, forse attratto da qualcosa che poteva essere commestibile o dall’acqua».
«Spaventati dall’arrivo di un’auto – conclude Perco – si sono mossi tutti assieme, come sempre avviene, e alcuni esemplari possono aver cozzato contro la vettura, siamo però sempre nel campo delle ipotesi”. A ogni buon conto, sarà opportuno che gli automobilisti che affrontano la Costiera tengano gli occhi bene aperti, perché il rischio di un incidente è elevato se ci si imbatte in uno stormo di gabbiani spaventati, specie se così numeroso. —
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