Ma in regione c’è il nodo depuratori
TRIESTE. Paragonata al resto del Paese la situazione delle acque del Friuli Venezia Giulia è felice. Però a fine giugno, dopo aver raccolto i campioni sulle nostre coste, la Goletta Verde di Legambiente non aveva risparmiato critiche al modo in cui le istituzioni locali gestiscono il problema della depurazione. Un nodo di arretratezza che interessa tutta l'Italia, dal profondo sud all'estremo nordest. E sul quale il Fvg sembra essere un'area particolarmente negligente: «Una regione con un deficit depurativo tra i più alti d’Italia, addirittura maglia nera nella ben poca lusinghiera classifica delle sanzioni dell’Ue per l’assenza di impianti di depurazione o fognatura, scrive Goletta Verde. Non c’è da sorprendersi, quindi, se sono ancora le foci dei fiumi e di canali a mettere a rischio la salute del mare del Friuli Venezia Giulia». Degli otto punti monitorati da Legambiente lungo i 111 chilometri di costa in Fvg due punti sono risultati “fuorilegge” e quindi con una carica batterica almeno doppia rispetto ai limiti consentiti dalla legge: «Risulta fortemente inquinato il prelievo nel comune di Muggia, in provincia di Trieste, presso lo sbocco del canale di via Battisti», spiega l'associazione. «Inquinato» è anche il giudizio per le acque prelevate alla foce del fiume Tagliamento a Lignano Sabbiadoro. Nella norma, invece, è risultato il carico batterico delle acque prelevate a Trieste (al lungomare Benedetto Croce, in località Barcola); a Duino-Aurisina, presso la spiaggia di Sistiana; a Marina Julia (spiaggia di via delle Giarette) nel comune di Monfalcone; presso la foce del fiume Isonzo e la spiaggia presso l'incrocio di viale del Sole in via Svevo, entrambi nel comune di Grado, in provincia di Gorizia. Nel comune di Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine infine il prelievo effettuato presso il lungomare Trieste è risultato nei limiti di legge. g.tom
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