M5S, Rizzetto difende Battista: ora rischia anche lui

Il deputato friulano dissente pubblicamente sulla procedura di espulsione avviata a carico dei 4 senatori ribelli e se la prende con Beppe Grillo. Gelido commento del consigliere comunale triestino Menis: «Votazione democratica in corso». Solidarietà ai dissidenti da Russo (Pd)

La procedura per l’espulsione dei quattro senatori «dissidenti» del M5S (tra cui il triestino Lorenzo Battista) «non mi vede d’accordo e serve un incontro con i nostri in Fvg». Lo scrive su Twitter il deputato Cinquestelle Walter Rizzetto, friulano. Sul social network, gli risponde il consigliere comunale triestino Paolo Menis, il quale afferma lapidariamente: «Votazione democratica in corso».

Rizzetto, che ieri notte si era speso per ottenere la diretta streaming del “processo” ai dissidenti, rincara la dose criticando direttamente Beppe Grillo: «Ventimila euro? Informati sulle buste paga almeno. Guarda i rendiconto dei 4 e di altri. Metterla solo sui soldi è la vera cazzata». Proprio dal blog dell’ex comico è partita la votazione per l’espulsione dei 4 senatori dissidenti che sono stati attaccati dal loro leader sui soldi: «Si terranno tutto lo stipendio - ha scritto Grillo parlando di Orellana, Bocchino, Battista e Campanella - 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello». A questo punto Rizzetto si pone su un piano conflittuale con i vertici del Movimento: qualcuno lo dà come presente nella pattuglia di parlamentari (sembrerebbe una decina) pronti a uscire dai 5 Stelle per protesta contro le espulsioni.

Un’inattesa solidarietà ai quattro ribelli arriva dal Pd. «Desideriamo esprimere solidarietà umana e politica ai colleghi Battista, Bocchino, Campanella e Orellana, imputati in un processo che ricorda le purghe staliniane con il corollario di campagne orchestrate di denigrazione personale». Lo scrivono in una nota i senatori democratici Federico Fornaro e il triestino Francesco Russo. Che aggiungono: sono stati «sottoposti alla gogna mediatica unicamente per aver osato discutere pubblicamente le scelte e le strategie dei capi del movimento».

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