M5S, Battista guida il dissenso: «Ma Beppe non ci caccerà»
Si torna a parlare di dissidenti e possibili defezioni nel Movimento 5 Stelle. Le continue prese di distanza da parte di un gruppo di parlamentari pentastellati dalle iniziativi di Grillo e Casaleggio e dei loro fedelissimi, infatti, riportano a galla i malumori che periodicamente si manifestano all’interno del Movimento.
Il senatore triestino Tra i dissidenti c’è il senatore triestino Lorenzo Battista, inserito anche lui tra i possibili “epurati” anche se il diretto interessato non vede all’orizzonte iniziative di questo tipo: «Non mi risulta che ci sia questa possibilità attualmente» assicura Battista. Il senatore triestino si rifà anche al recente caso del deputato siciliano Tommaso Currò, “colpevole” di avere votato un emendamento che puntava a proteggere un’area della Sicilia insieme a Forza Italia e in difformità dal gruppo grillino. Alla fine per lui niente espulsione ma solo una sanzione che sarà decisa dal capogruppo D’Incà, ma la questione si inserisce in un quadro che vede il fronte dissidente riprendere quota dopo un periodo di sostanziale silenzio.
Una raffica di distinguo Nelle ultime settimane le prese di posizione contrarie alla linea maggioritaria si sono succedute con cadenza quasi quotidiana: dagli attacchi alla presidente della Camera Laura Boldrini alla definizione di “boia” affibbiata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i distinguo non sono mancati.
La lettera del dissenso La punta dell’iceberg è stata la lettera, firmata dallo stesso Battista insieme ai colleghi Bignami, Casaletto e Orellana, nella quale si stigmatizza «con fermezza ogni forma di violenza e di aggressione sia verbale che fisica» e si afferma che «i contenuti del blog non sono redatti con il consenso o la partecipazione di chi rappresenta democraticamente il Paese», chiedendo nel contempo «agli autori della comunicazione del M5S di essere maggiormente responsabili e consapevoli dei contenuti pubblicati e del loro inquadramento professionale».
Il metodo contestato Critiche nel metodo e nel merito dato che restano sempre sottotraccia le diverse sensibilità in merito al possibile dialogo con altri partiti, in particolare il Pd, tanto più dopo il cambio di guida in casa democratica con l’elezione a segretario di Matteo Renzi. Da parte di Battista e degli altri dissidenti non ci sono stati passi indietro e rimane una sostanziale tranquillità anche davanti alle voci di una possibile “procedura di espulsione” che potrebbe aprirsi, secondo le voci di corridoio, nei confronti dello stesso senatore triestino ma anche di altri parlamentari grillini come Paola Pinna, Luis Orellana, Ivan Catalano, Francesco Campanella, Monica Casaletto.
Le assemblee della diaspora A Battista «non risultano esserci in programma assemblee plenarie», quelle, tanto per intenderci, che aprirono le porte all’espulsione di Adele Gambaro, la cui cacciata fu poi certificata dal voto on line. Quella della senatrice, che aveva criticato Grillo, non è stata l’unica espulsione dall’inizio della legislatura nel Movimento 5 Stelle: a essere cacciato è stato anche il senatore Marino Mastrangeli, mandato via per avere preso parte a un talk show quando la tv era invece “bandita” dal Movimento.
Le ultime espulsioni Altri casi di espulsione si sono verificati a livello locale come il caso di Antonio Venturino (vicepresidente dell’assemblea siciliana), cacciato dopo una polemica sulla diaria, o della bolognese Federica Salsi (espulsa anche lei per la partecipazione a una trasmissione televisiva) ma altre espulsioni si sono verificate a “macchia di leopardo” in altri Comuni, sempre per questioni legate a critiche alla linea dettata da Grillo e Casaleggio o per la partecipazioni a programmi televisivi o manifestazioni non gradite.
Il lungo elenco Ci sono poi quei parlamentari che hanno abbandonato di proprio spontanea volontà il gruppo grillino passando al Misto come Fabiola Anitori, Alessandro Furnari, Vincenza Labriola, Paola De Pin e Adriano Zaccagnin. Ora emergono nuovi mali di pancia che però tanto nuovi non sono e si torna a parlare di un’ondata di epurazioni e di un possibile appoggio da parte di qualche fuoriuscito dai Cinque Stelle a un futuro governo Renzi, che potrebbe così non avere bisogno del centrodestra. Ovviamente si tratta di voci che non possono trovare conferme ufficiali ma che circolano con insistenza.
Le ipotesi di governo Lo stesso Lorenzo Battista glissa sull’eventualità di un sostegno a un governo guidato dal segretario del Pd: «Partiamo da un presupposto sbagliato. Per arrivare a un eventuale governo Renzi ci deve essere una crisi che ad oggi non c’è. È quindi prematuro parlare di questi scenari senza che ce ne siano le condizioni» afferma Battista che però conclude con un’altra frecciatina: «Se si dovesse effettivamente aprire una crisi e ci dovessero essere le consultazioni, mi auguro che da parte del Movimento ci sia una proposta che nell’ultima occasione non c’è stata».
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