L'Ursus rompe gli ormeggi, ore di sforzi per salvarlo
La storica gru alla deriva agganciata dai rimorchiatori e trascinata all Arsenale Evitata la collisione con la Diga vecchia, nella tempesta recuperato anche l Audax
TRIESTE - Alle 8 di ieri mattina l'Ursus ha rotto gli ormeggi e ha trascinato verso il largo anche il rimorchiatore Audax. Il pontone, che non aveva nessuno a bordo, e così il rimorchiatore, dopo aver lasciato la testata del molo quarto hanno sfiorato senza toccarla l estremità della Diga vecchia e hanno puntato, sospinti dalle fortissime raffiche di Bora, verso la Lanterna. Altre raffiche li hanno trascinati più al largo, in direzione delle tre dighe che proteggono il vallone di Muggia.
Il vecchio scafo, costruito nel 1914 e la gru di 80 metri realizzata al San Marco tra il 1930 e il 1931, hanno miracolosamente evitato ogni ostacolo. Il minimo impatto con una delle dighe avrebbe provocato un disastro: le lamiere si sarebbero aperte e quella che è stata la più potente gru galleggiante del Mediterraneo sarebbe affondata. Paradossalmente da una decina di giorni il sovrintendente ai Beni culturali Giangiacomo Martines ha avviato l iter per dichiarare il pontone-gru monumento nazionale e ne ha affidato la custodia al sindaco Roberto Dipiazza. La proprietà è invece della Guardia Costiera ausiliaria che ha ricevuto l Ursus in dono dalla Fincantieri.
«Sono stato fino alle 4 del mattino a rinforzare gli ormeggi» afferma il presidente della Guardia Costiera Roberto De Gioia. «Purtroppo nelle ore successive la Bora è cresciuta tanto da strappare alcune bitte. E il pontone ha preso il largo».
L'Ursus è comunque scampato anche a questa eccezionale ondata di maltempo e da ieri alle 16, grazie all intervento dei rimorchiatori della Tripmare, è rientrato in porto ed è stato assicurato con cavi d acciaio alla banchina dell Arsenale San Marco, posta sul lato sinistro del grande bacino di carenaggio. È la stessa su cui il pontone aveva lavorato all allestimento del transatlantico Raffaello, sceso in mare il 24 marzo 1963. Due ore più tardi anche l Audax che aveva seguito in solitario una rotta diversa, è stato riportato all ormeggio del Porto Vecchio. Era stato preso al traino due miglia al largo di Grado al rimorchiatore Belrorie, col comandante Mario Callegari.
In effetti determinante per il salvataggio dei due scafi è stato l intervento dei rimorchiatori da seimila cavalli di potenza. Gli unici adatti ad affrontare la tempesta con raffiche superiori ai 140 chilometri all ora, riuscendo anche trascinare l Ursus verso il porto, si sono rivelati i rimorchiatori Taur, comandante Mauro Delben, Uran, comandante Riccardo Segarich e Deneb, comandante Franco Piccaro. Hanno lottato contro le raffiche impetuose per più di cinque ore. Un marinaio del Deneb, Mario Sau, è riuscito a fatica a salire bordo dell'Ursus alla deriva da un paio d ore. Con l estremità del cavo che aveva portato con sé, è riuscito a tirare un altro cavo d acciaio, collegando il rimorchiatore al pontone. Sotto sforzo, questo cavo da 88 millimetri si è tranciato di netto e l operazione ha dovuto riprendere dallo zero. Un secondo cavo ha avuto più fortuna e con l assistenza degli altri due rimorchiatori l Ursus è stato riportato lentamente verso la banchina dell Arsenale San Marco. Unico danno visibile, una striatura sulla prua.
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