Lupi: «Solo questione di giorni la nomina di D’Agostino in Porto»
«Questione di giorni», fa sapere il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi attraverso il suo staff. «La situazione si sta sbloccando», assicura dal canto suo il senatore triestino del Pd Francesco Russo, la cui attenzione al tema del Porto di Trieste non cala di un millimetro. E dalla Camera Ettore Rosato garantisce nel contempo: «Stiamo lavorando con il ministro perché faccia presto le cose che deve fare». Fra queste cose, con priorità assoluta, c’è la nomina di Zeno D’Agostino a nuovo commissario dell’Authority. Un’indicazione annunciata già il 15 gennaio scorso non da fonti ministeriali ma da una nota ufficiale di Debora Serracchiani. Sono trascorse tre settimane e a Roma Lupi non ha ancora firmato il decreto.
E pare proprio che dietro questo suo temporeggiare, posto che le osservazioni sui cosiddetti tempi tecnici necessari hanno un valore unicamente di facciata, vi possa essere proprio un malcelato fastidio nei confronti della presidente della Regione Fvg e vicesegretario nazionale del Partito democratico. Una delle due interpretazioni che va per la maggiore nella capitale per tentare di spiegare questo ritardo, infatti, risiede proprio in una sorta di ripicca da parte del ministro indotta da ragioni di protocollo non rispettato: Lupi - sussurrano alcune voci di palazzo - non avrebbe gradito la fuga in avanti di Serracchiani sull’annuncio del prossimo commissario (e che poi dovrebbe diventare il nuovo presidente dell’ente di via von Bruck) perché quell’annuncio avrebbe voluto darlo lui una volta firmato l’atto di nomina.
Altra interpretazione - ma forse alla fine le due si sommano - è quella che individua la causa del rallentamento nella centralità assunta in questi giorni dai mal di pancia interni a Ncd (di cui Lupi è esponente) e dai collegati rapporti tesi fra alleati di governo. In questo scenario, Trieste aspetta, sebbene il destino della sua Autorità portuale sia noto da tempo. Nel mentre la proroga tecnica - per un massimo di 45 giorni - di Marina Monassi prosegue, dopo che il 19 gennaio scorso il suo mandato era giunto a scadenza, ed evidentemente la Torre del Lloyd vive una fase di stallo che si sta prolungando oltre le attese. Da più parti sono giunti appelli al ministro a procedere rapidamente: dalle istituzioni con in testa il sindaco Roberto Cosolini sino al mondo sindacale compattamente.
Nella capitale, intanto, il caso è tenuto sotto attenta osservazione in particolare dai parlamentari triestini del Pd: «Ho avuto modo di parlare con il ministro Lupi - racconta Francesco Russo - durante la votazione per il Presidente della Repubblica. L’impressione che ne ho tratto è che la cosa sia in fase di sblocco a breve. Gli ho ripetuto come sia una necessità: la situazione a Trieste è insostenibile. Da parte sua c’è la disponibilità - conclude il senatore democrat - a sbloccare il tutto in pochi giorni».
Il 31 gennaio scorso il sindaco Roberto Cosolini aveva inviato a mezzo stampa un “sollecito” a Lupi. Concetti che ieri ha rimarcato, non prima però di rivelare di aver «avuto anche l’altro giorno contatti con gli uffici del ministro. I riscontri sono stati confortanti, ma attendiamo». «La città - le parole con cui ha proseguito il primo cittadino - si aspetta la nomina del commissario e ritengo pure la prospettiva del futuro presidente. Oggi non vi sono questioni che possano far passare in secondo piano l’esigenza del Porto di Trieste».
Lo stesso D’Agostino, al momento ancora dirigente della sezione Sviluppo dell’interporto Quadrante Europa di Verona, sta vivendo settimane di paradossale stand-by, in attesa di una comunicazione formale dal ministero. «La procedura è assolutamente in corso - conferma lo staff del ministro Lupi -, siamo arrivati alla fase di determinazione del decreto. È questione di giorni». Già, ma quanti ancora?
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