Lupi in Dalmazia, cacciatori infuriati
SPALATO. Sono troppi i lupi in Croazia. Anzi no. Nell’ex repubblica jugoslava sono due le correnti di pensiero che si scontrano sul tema della presenza dei lupi, animale tutelato dal 1995 da leggi assai rigorose e che hanno permesso la libera ripopolazione di questa specie, giunta a contare circa 200 esemplari. Da una parte si trovano cacciatori, pastori e agricoltori e dall’altra gli ambientalisti e soprattutto la Direzione statale per la salvaguardia della natura (agisce nell’ambito del ministero dell’Ambiente). A detta di una tra le più note doppiette della Dalmazia, Radoslav Bekavac, la popolazione del lupo conta troppe unità, crea ampi vuoti tra ovini, mufloni, capre selvatiche e altra selvaggina e inoltre ha inferto un grave colpo al turismo venatorio in Croazia. «Il fabbisogno quotidiano di un solo lupo – così Bekavac – è di 3–4 chili di carne fresca. Sappiamo che nel Paese ci sono circa 200 esemplari, di cui 40–50 in Dalmazia, specie nella sua parte centrale. Ebbene, posso affermare senza timore di smentita, che le aree delle alture dalmate del Mosor e del Biokovo possono sopportare non più di 7 lupi». Secondo Bekavac, lo Stato croato dovrebbe permettere l’abbattimento di una consistente quota per riportare l’equilibrio in natura e invece tutto tace a Zagabria. «L’anno scorso, nel 2012, è stata acconsentita l’uccisione di 21 lupi in tutta la Croazia, di cui solo 4 nella Contea di Spalato. Quest’anno non è stata fissata alcuna quota che invece, in base alla legge, avrebbe dovuto essere definita nel mese di settembre. E i lupi intanto continuano a fare stragi, entrano liberamente nei villaggi, facendo a pezzi numerosi animali domestici e nessuno si azzanna a sparare per non incorrere in multe da capogiro. È stato calcolato che nella sola Dalmazia i lupi sbranano annualmente sui 500 tra pecore e agnelli. Contemporaneamente la Croazia importa 18 tonnellate di carne ovina. Più assurdo di così». Di tutt’altro avviso invece la citata Direzione statale che, a firma di Ojdana Raji„ Azinovi„, ha emesso un comunicato in cui si rileva che non sarà permesso l’abbattimento di neanche un lupo. «Un tanto perché la popolazione del lupo è la più bassa nel Paese dal 2005. Ci sono in media 177 unità presenti in 49 branchi. Abbiamo registrato un calo di esemplari in ben 23 branchi e un aumento in 6. Il nostro obiettivo è di avere sul territorio nazionale da 200 a 220 animali. L’attuale cifra di 177 esemplari non ci soddisfa affatto». In pratica i cacciatori, ma anche le altre categorie contrarie alla cosiddetta esplosione incontrollata dei lupi, devono mettersi l’anima in pace e ascoltare – senza poter reagire – i tipici ululati di questa specie fiera e indomabile.
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