L’Università supera l’esame Anvur. Valutazione al top assieme a Trento
TRIESTE L’Università di Trieste ha ottenuto il prestigioso accreditamento periodico dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), consistente nella verifica dei requisiti di qualità, efficienza ed efficacia delle attività svolte, in relazione agli indicatori di assicurazione della qualità.
Nella fattispecie l’ateneo giuliano ha ottenuto, stando al report ricavato dalla relazione preliminare composta da ben 74 pagine, un punteggio medio di 7,61, che colloca l’ateneo stesso nella fascia più alta di giudizio “A-Molto positivo”. Decisamente soddisfatto del risultato ottenuto il rettore uscente Maurizio Fermeglia: «Si tratta di un risultato prestigioso di cui essere particolarmente orgogliosi. L’Università di Trieste è l’unica in questo momento, insieme a quella di Trento, ad aver conquistato un punteggio così alto. Cosa non da poco, in quanto questo accreditamento, si badi bene, non si fonda su un semplice sondaggio concernente il gradimento dell’ateneo da parte degli studenti. Qui parliamo di personale tecnico che si è recato alla nostra Università dal 26 al 30 novembre scorsi per analizzare il funzionamento delle strutture quali biblioteche e uffici e dei servizi».
Un’analisi dettagliata, insomma, che non ha dimenticato di tenere conto dell’opinione degli studenti e degli operatori amministrativi. Ma di cosa tratta in concreto l’accreditamento periodico dell’Anvur? I requisiti in questione recepiscono le indicazioni formulate dagli standard e linee guida per l’assicurazione della qualità nello Spazio europeo dell’Istruzione superiore (Esg 2015), che a livello europeo rappresentano il punto di riferimento per promuovere l’assicurazione della qualità in questo settore da parte di tutte le istituzioni interessate.
La Commissione, composta da 15 persone, aveva il compito di valutare il Sistema di assicurazione della qualità adottato dall’ateneo di piazzale Europa, in termini sia di conformità rispetto ai requisiti normativi e al modello di accreditamento nazionale, che di efficacia sulla base dei risultati realizzati a livello di sede, di dipartimenti e di singoli corsi di studio. «In pratica si tratta di un equivalente del controllo qualità di un’azienda – spiega ancora Fermeglia –, un qualcosa che non è assolutamente “dovuto” bensì un riconoscimento oltremodo difficile da ottenere per ogni ateneo, dovendo rispettare tutta una serie di parametri. Ritengo perciò che sia estremamente significativo il fatto che soltanto la nostra Università e quella di Trento abbiano raggiunto un punteggio così elevato come 7,61 in una scala che va dall’uno al 10 come nei voti scolastici».
Un risultato straordinario, come ha avuto modo di definirlo lo stesso rettore, che testimonia come l’Università di Trieste sia una realtà all’avanguardia, sana e decisamente pronta ad affrontare le sfide del futuro.
«Credo con questo risultato di aver lasciato in mano al mio successore un’eredità importante – conclude Fermeglia – e molto sinceramente auspico che chi prenderà il mio posto possa raggiungere risultati altrettanto importanti e di tale prestigio». —
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