L’Università Popolare chiude i battenti

Il sindaco: «Hanno rinunciato alla locazione al Municipio 2». Forzi (Forum): «Troppo entusiasmo della giunta al suo arrivo»
Di Francesco Fain

Chiuso. Esperienza finita. L’Università Popolare di Gorizia è arrivata al capolinea. Ad annunciarlo Rosamaria Forzi del “Forum per Gorizia”, a confermarlo il sindaco Ettore Romoli. «L’Università è un’associazione privata: evidentemente - scandisce il primo cittadino - non ha avuto il successo che si aspettava in questa città. Hanno rinunciato alla locazione, hanno pagato l’affitto sino all’ultimo centesimo e se ne sono andati. Così stanno le cose».

Basso profilo, dunque. Forzi, invece, rammenta il “grande entusiasmo” del Comune all’inaugurazione di questa istituzione nel novembre 2014. «Alla conferenza stampa di presentazione i toni erano stati entusiastici, si era detto che si stava inaugurando un’istituzione che avrebbe dato gran lustro alla città, che l’Università Popolare di Gorizia avrebbe arricchito l’attrattività complessiva della città come cittadella universitaria; che il nuovo ente avrebbe favorito le interazioni con le realtà già presenti sul territorio e il potenziamento dell’offerta educativa e didattica. Tutte frasi e argomenti che sono contenuti della delibera comunale che, con motivazioni di tanto peso, aveva stabilito di affittare per una cifra davvero contenuta (350 euro mensili per un anno più 2.080 euro di spese accessorie) uno spazio di circa 120 mq al pianoterra di via Garibaldi. Punto forte dell’Università Popolare di Gorizia doveva essere l’istituzione di master tanto importanti, da ottenere rapidamente riconoscimenti ufficiali».

Ma ora che cosa resta di tutto questo? «Per diversi mesi chi passava da via Garibaldi poteva vedere in alto, sulla porta d’ingresso a vetri un logo piuttosto appariscente, in cui la scritta “Università popolare di Gorizia” contornava uno stemma molto somigliante a quello del Comune di Gorizia e con il quale poteva essere facilmente confuso: tanto da indurre talvolta chi passava di lì a pensare che si trattasse di un’iniziativa diretta del Comune della città. Ora il logo - affonda il colpo Forzi - è scomparso. Chi entrasse, troverebbe i locali desolatamente vuoti. L’Università Popolare di Gorizia sembra essersi semplicemente dissolta. Eppure in rete il sito c’è ancora e riporta puntualmente l’indirizzo di via Garibaldi; e ci sono sempre le indicazioni dei master, dei corsi di lingue, dei dipartimenti, dei seminari. C’è lo statuto, c’è l’organigramma. C’è sempre il “rettore”, persona che nell’anno accademico 2014/2015 lavorava come contrattista presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Trieste». Conclude Forzi: «L’Università Popolare di Gorizia ha proprio avuto vita breve. Certo, ricevere effettivamente riconoscimenti ufficiali per propri master non è cosa facile, visto che la decisione spetta al Miur. È emblematica la situazione, a dir poco caotica, in cui si trova l’Università Popolare di Milano, associazione che aveva già provato ad ottenere un riconoscimento ufficiale di suoi master. Dobbiamo pensare che i fondatori dell’Associazione Università Popolare di Gorizia non fossero al corrente della difficoltà di raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati? Che non avessero preparato un piano adeguato e raccolto le informazioni dovute? E ancora ci chiediamo: come è stato possibile che l’intera giunta comunale abbia potuto entusiasmarsi per un progetto a dir poco approssimativo e che non poteva dare alcuna garanzia? O forse le garanzie non sono state neppure chieste?»

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