L’Università Popolare apre al Montenegro
«Poche sono le realtà in Italia che portano avanti attività da cinquant’anni o più senza fermarsi». Fabrizio Somma ci mette un pizzico di orgoglio nel dirlo, perché ovviamente il suo riferimento è all’Università Popolare di Trieste, che di anni ne festeggia 115 il prossimo 27 dicembre e che dal 1899 promuove cultura e conoscenza in provincia, in Istria, Dalmazia e a Fiume. Somma ne è oggi il presidente e tocca a lui in primis, assieme agli altri componenti del direttivo e del consiglio di amministrazione, continuare lungo il solco tracciato nel tempo.
Ieri, in Provincia, sono state presentate le iniziative che nel 2015 saranno dedicate al 115.o anniversario (che come accennato cade nell’anno in corso, il 2014): conferenze pubbliche i cui contenuti e date verranno ufficializzati nei prossimi mesi, ma anche la pubblicazione di una monografia dedicata ai 115 anni e che li ripercorre. Il volume viene realizzato con il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, il Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana, Istriana, Fiumana e Dalmata e l’Associazione delle Comunità Istriane. In programma, inoltre, una cerimonia commemorativa per la quale ha già dato la propria adesione il sottosegretario Benedetto Della Vedova e altre iniziative ancora legate anche al 50.o di collaborazione con l’Unione Italiana e con tutte le Comunità degli Italiani ad essa collegate in Slovenia e Croazia per la promozione degli artisti italiani che vi vivono. Un discorso che Somma punta ad ampliare «al Montenegro, dove risiede una comunità italiana».
Ma le celebrazioni non riguarderanno solo l’anniversario dell’istituzione. In calendario, infatti, altri eventi che vogliono commemorare il maestro Carlo Sbisà, pittore e scultore triestino, a cinquant’anni dalla sua scomparsa. Già domani, alle 16, si terrà l’intitolazione all’artista (appuntamento aperto al pubblico) della sala della Scuola Libera dell’Incisione, divenuta poi Scuola Libera dell’Acquaforte, che lui stesso fondò 53 anni or sono. La nuova sede della Scuola si trova ora in via Torrebianca 22, dove ha casa la stessa Università Popolare. Uno spazio più “a misura”: «Quello di viale XX Settembre - osserva in merito Somma - era sì a norma, ma non adeguato pure per questioni di umidità». Adesso in via Torrebianca, oltre all’area per lavorare e tenere i corsi (in tutto, fra artisti e corsisti, sono circa 25 le persone che frequentano la Scuola), c’è una sala a disposizione per allestire mostre e incontri. La Scuola, dopo la morte di Sbisà, è stata presa per mano con grande determinazione e perseveranza da Mirella Schott, vedova dell’artista, e a seguire l’hanno guidata Furio De Denaro e attualmente Franco Vecchiet.
«Per me è una grande gioia che si possa continuare a far vivere la Scuola», le parole di Mirella Schott, che ha ricordato di aver avuto fra i suoi allievi anche «Paolo Tassinari, oggi assessore. Quella volta era un bambino...». Mentre da Vecchiet è giunto l’auspicio di «creare dalla Scuola un vero gruppo di triestini che poi esponga, portando l’immagine della città, all’estero». Un «sogno», l’ha definito Vecchiet, cui la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat ha risposto così: «È un’ipotesi progettuale interessante». La numero uno dell’ente di palazzo Galatti si è soffermata anche sul ruolo dell’Università Popolare di Trieste con la quale l’amministrazione provinciale ha in piedi «una collaborazione importante, per il valore di questa storica istituzione il cui scopo sin dalla fondazione e dall’inizio dell’attività, è stato quello di diffondere e promuovere cultura e conoscenza, attraverso corsi d’istruzione, concerti pubblici e iniziative didattiche alla portata di tutti». Sintesi finale di Manuele Braico, vicepresidente dell’Università Popolare: «Quando si vuole, a Trieste si può fare qualcosa».
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