L’Unione italiana celebra a Fiume i suoi 30 anni. E alla festa Plenković parla in italiano

Il presidente Tremul ripercorre la storia del sodalizio. Mattarella dà il patrocinio alla celebrazione
Valter Cusma

FIUME  L’Unione Italiana (Ui) ha soffiato su 30 candeline. Prima, gli Italiani rimasti sul territorio del loro insediamento storico erano riuniti nella vecchia Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume (Uiif), un’associazione nata durante la lotta partigiana controllata dal regime comunista, che ha cessato di esistere con la caduta dei muri e la frantumazione della Jugoslavia. La sua eredità è stata raccolta dall’Ui che da trent’anni si definisce l’organizzazione unitaria, autonoma, democratica e pluralistica degli Italiani di Croazia e Slovenia.

Alla festa per l’anniversario nella cornice del Teatro del Popolo Ivan Zajc, il presidente dell’Ui Maurizio Tremul ne ha ricordato la genesi, mettendo in evidenza la figura professor Antonio Borme, chiamato a inizio anni Novanta a presiedere l’assemblea dell’Ui. Borme era stato lo storico presidente dell’Uiif, defenestrato dal regime jugoslavo nel 1974 per aver voluto renderla autonoma e affrancarla dall’allora potere jugoslavo. Poi, con la caduta del regime era stato pienamente reintegrato e riabilitato. Tra le date storiche citate da Tremul, quella del 9 marzo 1991, quando una delegazione dell’Ui venne ricevuto al ministero degli Esteri italiano a Roma. «Un incontro – ha detto Tremul – che segnò il riconoscimento ufficiale dell’U’da parte dell’Italia».

E l’Italia in tutti questi anni è stata sempre vicina alla sua unica minoranza autoctona all’estero e non ha voluto essere da meno neanche per la festa del trentennale, tanto che il Capo dello Stato Sergio Mattarella si è assunto il patrocinio della celebrazione. Si può dire che negli ultimi anni anche la Croazia sia sempre più sensibile alle esigenze della Comunità italiana e delle minoranze in genere, approvando efficaci leggi di tutela (la loro attuazione pratica però presenta molte lacune, ndr.), aumentando le dotazioni finanziarie e dando grosso peso politico ai loro esponenti.

Come sottolineato dal premier Andrej Plenković intervenuto alla festa parlando anche in italiano, i deputati delle minoranze fanno parte della maggioranza al Sabor, sono inclusi nel governo mentre il deputato degli Italiani Furio Radin è anche vicepresidente del Parlamento. Plenković ha ringraziato l’Italia per l’appoggio nell’entrata in Schengen e nell’euro, mentre – nota di colore – ha ricordato il tifo dei croati per la vittoria degli azzurri ai recenti Europei di calcio. Lubiana ha mandato alla celebrazione il direttore dell’Ufficio governativo per le Nazionalità Stane Baluh, anche lui ha formulato in italiano il suo messaggio augurale. Presente alla cerimonia l’ambasciatore italiano a Zagabria Pierfrancesco Sacco. «Fin dall’inizio dell’incarico – ha affermato – ho inserito fra le priorità l’azione dell’ambasciata e del sistema Italia in Croazia, anche perché la Comunità italiana e le sue istituzioni sono un punto di forza straordinario in quell’opera di rilancio cui stanno lavorando i due governi»

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