Lunedì il nome del sindaco di Trieste fra Dipiazza e Russo

Astensione in crescita di tre punti rispetto al dato domenicale del primo turno. 

Seggi aperti ancora dalle 7 alle 15. A ruota scatterà il conteggio delle schede

Giovanni Tomasin
Foto BRUNI Trieste 17.10.21 Seggi elettorali
Foto BRUNI Trieste 17.10.21 Seggi elettorali

TRIESTE Torna la scarsa affluenza nel ballottaggio fra Roberto Dipiazza e Francesco Russo. I seggi hanno chiuso domenica sera alle 23 fermandosi al 31% (57mila 902 voti), ben tre punti in meno rispetto alla stessa ora di domenica 3 ottobre, al primo turno. Due lunedì fa l’affluenza complessiva si era fermata poi al 46%. Se dobbiamo guardare alle premesse domenicali, il dato che arriverà stasera alla chiusura delle urne sarà ancora più scarso.

Ieri alle 12 aveva votato l’11% degli elettori, ovvero 20 mila 428 su 184 mila 489 aventi diritto. Qualche centinaio di voti in meno rispetto a due settimane prima, quando alla stessa ora avevano votato 21 mila 30 persone. Circa l’11%, anche in quel caso, e il mantenimento del livello ha senso, perché lo zoccolo duro degli elettori mattutini domenicali è meno sensibile all’astensionismo rispetto all’elettore dell’ultimo momento.

E in precedenza? Nel 2016 si votò in un giorno solo (domenica 19 giugno) e le urne che siglarono il Dipiazza Ter registrarono un’affluenza complessiva del 53,45%. Alle amministrative del 2011, si votò invece su due giorni, il 29 e 30 maggio, e il paragone è più agevole: alle 12 di domenica 29 era andato a votare il 13,76%, alle 19 il 28,15%, alle 22 il 35,28%.

Assumendo che non cambi granché se l’orario di chiusura dei seggi è 23 e non 22, possiamo dire che il ballottaggio del 2021 segue al ribasso quello di dieci anni prima, chiudendo con ben quattro punti in meno. In quel caso l’affluenza finale fu del 51,56% (quella al primo turno era del 56,68%): considerato l’esito del primo turno 2021, è molto probabile che la giornata di domani abbia ben altre cifre.

La stagione e il momento storico non aiutano la partecipazione elettorale, e pare improbabile che in un normale lunedì di ottobre si registri un’improvvisa impennata dei votanti.

Nei corridoi di palazzo Cheba c’è anche chi pronostica affluenze catastrofiche.

Quali possono essere le conseguenze di un astensionismo elevato? Al primo turno, ricordiamolo, Dipiazza ha avuto il 46,89% (38.847 voti) contro il 31,67% (26 mila 237) di Russo. I 12 mila voti che li separano non sono un divario semplice da colmare, ma una variazione significativa sull’elettorato che partecipa al rito del voto aumenta le possibilità di esiti imprevisti.

Il secondo turno è solitamente un momento più difficile per le forze politiche.

Al primo giro la competizione fra i candidati al Consiglio e quelli alle circoscrizioni (una schiera di circa ottocento persone) è perennemente in moto per portare sostenitori, amici, cugini e parenti vari a votare. Al ballottaggio il candidato sindaco è, per così dire, solo con sé stesso.

Roberto Dipiazza e Francesco Russo potranno quindi valutare il peso proprio e delle loro coalizioni, tanto più che non ci sono stati apparentamenti di sorta fra le forze politiche. Anche i partiti, in realtà, devono dimostrare di saper portare gli elettori alle urne, anche per un voto più puramente politico, e meno legato ad aspetti di conoscenza personale.

Al vincitore spetterà dare risposte su Porto vecchio, uso del Pnrr, gestione delle conseguenze della crisi del Covid. Come andrà a finire? Il vantaggio di Roberto Dipiazza è ampio ma l’elettorato del centrodestra, fatalista, è da sempre più portato a stare a casa al ballottaggio. Il centrosinistra, d’altra parte, dovrebbe convincere i suoi elettori del primo turno, quelli delle principali opposizioni e pure qualche astenuto. A stasera per il verdetto. —

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