Lunedì 18 riapre tutto in Fvg, anche la stagione balneare. Dai negozi ai bar, dai barbieri alle spiagge: ecco tutte le istruzioni

Oggi, martedì 12 maggio, l’invio a Roma dell’elenco delle attività interessate dalla ripartenza. Ci sono anche hotel ed estetisti, rebus palestre
Nastro sugli arredi esterni di un bar di Trieste per impedirne l’utilizzo (Foto Andrea Lasorte)
Nastro sugli arredi esterni di un bar di Trieste per impedirne l’utilizzo (Foto Andrea Lasorte)

TRIESTE. «Lunedì 18 maggio il Friuli Venezia Giulia potrà riaprire tutte le attività economiche ancora chiuse». Sono le 20.30 di ieri, lunedì 11, quando il governatore, Massimiliano Fedriga, annuncia la vittoria nel braccio di ferro con Roma sulle riaperture della Fase 2. Da lunedì prossimo, tra sei giorni, sarà possibile tornare al bar per prendere un caffè, tagliarsi i capelli, farsi la barba, andare a cena fuori, pernottare in albergo. E magari anche prendere il sole. Il Friuli Venezia Giulia non aspetta le linee guida e neppure i protocolli mancanti promessi ieri dai ministri per gli Affari regionali Francesco Boccia e della Salute Roberto Speranza, presenti alla videoconferenza assieme al premier Giuseppe Conte. «A tal proposito - annuncia Fedriga - domani (oggi, ndr) la Regione trasmetterà all’esecutivo nazionale l’elenco di tutte le realtà interessate».

Non servirà “andare in autonomia” (come aveva minacciato di mattina Fedriga). Non ci sarà bisogno di “fare da soli”. «Sono state accolte le richieste di riapertura avanzate dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia», è il messaggio fatto trapelare per prime alle agenzie con la riunione in videoconferenza di Stato e Regioni ancora in corso. Fedriga, del resto, ha parlato per secondo dopo il governatore campano Vincenzo De Luca. Una vittoria trovata senza bisogno neppure di combattere. Il premier Giuseppe Conte ha preso atto durante l’incontro «della volontà delle Regioni di una riapertura anticipata al 18 maggio, soprattutto per quanto riguarda il commercio al dettaglio».

E poi ha accolto anche la richiesta di concedere alle Regioni più potere di azione e autonomia sulle altre aperture del 18 maggio sulla base dei dati epidemiologici. Era l’atteso via libera alle aperture differenziate a livello territoriale. Ci saranno linee guida e regole generali uguali per tutti e differenziazioni territoriali a seconda dell’andamento della curva del contagio: in caso di risalita, il governo potrà intervenire per disporre nuove chiusure. L’accordo arriva al termine della videoconferenza tra i governatori e l’esecutivo.

Ogni governatore potrà da oggi inoltrare a Roma le richieste delle aperture consentite dai dati di monitoraggio del coronavirus. In altre parole Palazzo Chigi ha accolto la richiesta di autonomia arrivata dalle Regioni per la gestione della Fase 2. E il premier ha disinnescato sul nascere ogni possibile scontro. «Noi chiederemo di riaprire tutto», fanno sapere dallo staff del governatore Fedriga. Oltre al commercio al dettaglio ci saranno quindi anche le attività di servizio alla persona (barbieri, parrucchieri, centri estetici), i bar, i ristoranti, gli alberghi e le spiagge. Il 18 maggio, dunque, dovrebbe partire in Regione anche la stagione balneare a Trieste, Grado e Lignano. Alcune valutazioni sono in corso per le palestre.

Per le riaperture servono regole ben definite. Il Comitato tecnico scientifico sta infatti chiudendo in queste ore le linee guida che varranno per la ristorazione, per i servizi alla persona e anche per la balneazione, vale a dire le regole generali per poter aprire in sicurezza le spiagge in concessione e quelle libere. Nella videoconferenza il governo ha sottolineato che saranno pronte tra giovedì e venerdì, anche se alcuni presidenti di Regione, tra cui Fedriga, le hanno chieste entro domani.

Tutto bene quindi. E nessuna secessione in vista. Si procede d’amore e d’accordo con il governo centrale. Eppure la giornata di ieri non prometteva nulla di buono. «Siamo pronti ad andare in autonomia - aveva minacciato Fedriga a poche ore dall’incontro tra governo e Regioni in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital -. Se dal governo non c’è risposta noi dobbiamo ovviamente prendere delle decisioni di carattere autonomo. La leale collaborazione è venuta meno dal governo, non dalle Regioni». Amen.

La proposta delle Regioni, aveva spiegato Fedriga, «era di ipotizzare da oggi (ieri, ndr) una riapertura del commercio al dettaglio e dal 18 maggio invece le altre attività». Ad una richiesta ufficiale «il governo non ha dato nemmeno una risposta - aveva tuonato il governatore del Fvg -. Trovo dannoso prorogare senza motivo la chiusura di alcune attività. La nostra proposta era una strategia di buonsenso, che non voleva sfidare nessuno ma dare risposte al Paese. Oggi che si può riaprire in sicurezza si va a rilento». Più realista del governo. Da lunedì caffè per tutti.


 

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