L’ultimo yacht di Tito finisce all’asta
PODGORICA. Anche per l’ultimo yacht di Tito, lo “Jadranka”, suonano le “campane a morto”. Non sarà demolito, ma il governo del Montenegro ha annunciato su Twitter la decisione di mettere in vendita con un'asta pubblica il vecchio yacht. Il prezzo di partenza è stato fissato in 80 mila euro. Come riferiscono i media locali, l'imbarcazione del vecchio leader jugoslavo è stata ritenuta un bene superfluo e non necessario ai bisogni degli organi statali del Montenegro.
Costruito nel 1977 nei cantieri navali Kraljevica, in Croazia, lo yacht “Jadranka” - lungo 34 metri e in grado di ospitare 40 persone e 14 marinai - era rimasto per anni attraccato nella parte militare del porto di Bar, in Montenegro, che al pari di tutte le altre repubbliche federate, si è proclamato indipendente (nel 2006) dopo la disgregazione della Federazione jugoslava.
Non tutti però si sono detti d'accordo con la decisione di mettere in vendita lo yacht di Tito. Su Twitter alcuni hanno proposto alle autorità del Montenegro di istituire un Museo di vecchie imbarcazioni a Cattaro o Tivat, in modo da incentivare ulteriormente il turismo.
E proprio a Tivat, all’arsenale Sava Kovačević, nelle Bocche di Cattaro, lo “Jadranka” è stato ormeggiato per lunghi anni, accanto alle navi da guerra montenegrine. Ricordiamo che proprio Tivat fu una delle più grandi basi della flotta militare jugoslava. Ora ospita quattro fregate lanciarazzi di cui solo la “Kotor” resterà al Montenegro. Vicino alla “Kotor” stava per l’appunto ormeggiato lo “Jadranka”. Tito vi salì a bordo per 24 volte, tutte senza la compagnia della moglie Jovanka, racconta il capitano di fregata Dragan Vujadinović aggiungendo che nell’ultimo periodo i due non andavan molto d’accordo. Ma se si parla di vendere lo “Jadranka” la sua risposta è categorica: «No, non se ne parla». «Lo utilizzeremo per la ricerca e il soccorso». «E poi - conclude - non c’è prezzo, era lo yacht del compagno Tito». Ma, evidentemente il governo di Podgorica la pensa diversamente dal capitano Vujadinović e così quello yacht che per il militare «non ha prezzo» per l’esecutivo montenegrino vale 80mila euro.
Sorte peggiore di quella dello “Jadranka” è toccata al “Vis”, che nel marzo del 2016 è stata affondata al largo del faro di Porer presso Pola per diventare un’attrazione del turismo subacqueo. Più fortunata, decisamente, la più conosciuta nave di Tito, ossia il “Galeb” che, non avendo trovato alcun compratore, dopo essere stata ormeggiata per anni nel porto di Fiume è stata salvata dalla politica del sindaco del capoluogo quarnerino, Vojko Obersnel, il quale ha ottenuto 9,3 milioni di euro a fondo perduto dall’Unione europea, soldi che saranno utilizzati per il restauro del “Galeb” che diventerà così un museo. Fortunato anche lo yacht “Istranka” (il più piccolo) che ora batte bandiera italiana completamente rinnovato.
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