L’ultimo saluto al soldato americano Eugene R. Slote

Si era sposato con Milena Gulin di Vertoiba e aveva lavorato al supermercato “Bertolini” di Mossa. Domani alle 11 esequie all’obitorio dell’ospedale



Gorizia piange la scomparsa di Eugene R. Slote. Nato negli Usa (Pennsylvania) nel 1927, viveva a Gorizia dal1968 con la moglie Milena. Venne in città con l’88° divisione dell’esercito americano nel 1946 (faceva parte dei “Blue Devils”) durante il Governo militare alleato. Sono molti, ancora, i concittadini che ricordano la ventata di giovinezza e di entusiasmo che le truppe americane avevano portato nella nostra città: entusiasmo determinato dalla gioia della libertà ritrovata consentendo alla popolazione di guardare al futuro con nuova fiducia e speranza. Un ricordo che resta indelebile nella memoria dei bambini e dei ragazzi in quei due anni e mezzo di permanenza delle forze Usa a Gorizia.

In quel periodo Eugene conobbe la giovane Milena Gulin di Vertoiba, la quale era appena ritornata dal campo di concentramento nazista di Bergen-Belsen e che nel 1948 andò negli Usa per unirsi con lui in matrimonio. In America lavorava come tecnico negli stabilimenti per l’allevamento del pollame mentre, nell’Isontino, ha lavorato per alcuni anni al supermercato “Bertolini” di Mossa.

Lascia la moglie Milena, le figlie Silvia (rimasta negli Usa), Nadia, docente di inglese al Liceo “Duca degli Abruzzi” di Gorizia, i generi William e Dario, i nipoti Benjamen, Carrie, Elsa e Nicola e i pronipoti Auston e Connor.

Il funerale avrà luogo domani all’obitorio dell’ospedale civile di Gorizia alle 11: seguirà una cerimonia in sua memoria. Eugene R. Slote, nel 2017, ricevette dal vicesindaco Stefano Ceretta, insieme ai commilitoni, il riconoscimento per il servizio svolto al tempo del Gma a Gorizia e la foto a fianco si riferisce a quell’evento.

I soldati americani, in quei tempi, si presentavano in divise eleganti e inappuntabili con le mostrine U.S. dorate e luccicanti sul giubbotto dando una sensazione di vera e assoluta marzialità. E poi le sfilate militari lungo i due corsi con l’appuntamento finale in piazza Vittoria. Il passaggio dei rispettivi reparti risultava quasi impercettibile dal momento che i soldati erano dotati di gambaletti di gomma che suscitavano stupore e meraviglia solo a guardarli. La città poi era inondata dalla musica d’oltreoceano. Le orchestrine pullulavano in numerosi locali e i luoghi di ritrovo erano affollati di soldati in libera uscita che si abbandonavano nella gioia del ballo: un’atmosfera di allegria riusciva ad abbracciare tutta la città. Per non dimenticare la cordialità, il calore e l’umanità delle truppe specialmente verso i bambini regalando le storiche chewing gum cioccolata e noccioline, cose impensabili allora, deliziando i loro palati.

Una stagione che rimane scolpita nella storia della città lasciando il segno indimenticabile della permanenza dei Blue Devils, i diavoli blu, che sono stati autentici portatori di democrazia e di libertà. —



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