L’ulcera? Ormai si cura con gli antibiotici

Quando studiavo medicina all'inizio degli anni Ottanta, l'ulcera gastrica era una capitolo importante del libro di chirurgia generale. Colpiva più del 10% della popolazione, soprattutto i maschi. Il dolore, in particolare durante i cambiamenti di stagione, costringeva i pazienti a pasti frequenti, niente caffè o cibi speziati, poco stress e pillole di farmaci antiacidi. Ma l'aggravarsi delle condizioni e le complicazioni portavano spesso gli individui colpiti sul lettino chirurgico, anche in situazioni di emergenza per perforazioni e emorragie. Nessuno a questi tempi poteva immaginare neanche lontanamente che l'erosione della mucosa dello stomaco o del duodeno fosse dovuta a un'infezione batterica.
Quando Robin Warren, un patologo dell'Università della Western Australia a Perth e Barry Marshall, un giovane medico ancora in fase di specializzazione, cominciano a sostenere che l'ulcera è dovuta al batterio Helicobacter pylori sono guardati con sufficienza e scetticismo.

La teoria sembra del tutto ridicola: come può un batterio crescere in un ambiente così acido come quello dello stomaco? Nel 1983, persino la Società di Gastroenterologia Australiana rifiuta una presentazione di Marshall al suo congresso annuale. Marshall però non si dà per vinto. Per sostenere la propria tesi, cerca di riprodurre l'ulcera somministrando i batteri ai maiali, ma fallisce ripetutamente. Frustrato, nel 1984 beve egli stesso una cultura batterica ottenuta dallo stomaco di un paziente con l'ulcera: dopo qualche giorno si ammala, ma si cura a distanza di un paio di settimane prendendo gli antibiotici cui il batterio è sensibile. È la prova che mancava.
Quando pubblica la propria storia l'anno successivo è come un terremoto: medici in tutto il mondo iniziano a curare i propri pazienti con gli antibiotici e questi guariscono. Warren e Marshall vincono il premio Nobel per la Medicina per la loro scoperta nel 2005 e l'ulcera peptica sparisce dai manuali di chirurgia per entrare in quelli di medicina generale. Proprio questa settimana, è entrata in commercio in Italia una pillola che contiene una combinazione di quattro farmaci, di cui due antibiotici, che presa per due settimane cura il pazienti con una percentuale di successo di più del 90%.
Ho incontrato Marshall lo scorso anno in Cina, dove viaggia spesso. Ha persino imparato il cinese per poter collaborare più efficacemente con i medici del Paese, dove più del 50 per cento della popolazione è infettata da Helicobacter. Alto, dinoccolato, molto sicuro di sé, ha quell'aria disinvolta e un po' casual di chi sa che con la propria tenacia ha lasciato dietro di sé qualcosa di importante.
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