Luka Šulić prima mondiale al Verdi suona Vivaldi ma senza l’altro Cello

Il musicista sloveno che ha girato il mondo con il compagno Stjepan Hauser il 5 giugno sarà a Trieste. «Spero che mia figlia non nasca durante il concerto»

TRIESTE Ha scelto Trieste per regalarle una “prima mondiale”. Luka Šulić, sarà al Teatro Verdi il 5 giugno per un concerto che è già un evento. «Ho scelto Trieste perché ha un teatro italiano bellissimo e la sento una città molto vicina. Mia mamma è di Isola, e molti nostri parenti potranno venire al concerto», spiega Šulić. Non solo, il violoncellista dei 2 Cellos si presenterà con un progetto solista accompagnato dall’orchestra del Verdi, e proporrà anche un programma classico che parte dalle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi riarrangiate, per la prima volta, per violoncello solista ed orchestra d’archi.

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«Sono entusiasta di questa sfida, spiega Šulić. Fin da bambino ho sempre amato ascoltare questi concerti e sognavo di suonarli col mio violoncello». Ma gli esperti sanno che questa partitura non è mai esistita. «È per questo che me la sono trascritta. Ci ho lavorato per oltre due anni, mentre giravo il mondo per i concerti dei 2 Cellos, ogni giorno mi ritagliavo del tempo per completarla e ho continuato finché non ho sentito che l’adattamento era pronto», aggiunge Šulić.

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Un concerto ricco, quello di mercoledì, perché dopo la prima parte dedicata a Vivaldi, ci saranno altri brani e una sorpresa. «Ho chiesto a mia sorella Eva se voleva raggiungermi sul palco col suo violino. Sta completando il suo percorso di studi a Vienna ma ha un grande talento e ci tenevo tantissimo ad averla con me. Insieme proporremo Invierno Porteño di Astor Piazzolla, che a sua volta ha lavorato sulle quattro stagioni e nell’inverno c’è una parte molto bella per violoncello che sono felice di suonare. Oltre a questo ci esibiremo in un duetto, senza orchestra».

Nato a Maribor, Šulić ha iniziato a calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo col suo violoncello, e ora torna al repertorio da cui è partito. «È un ritorno che vivo come fresco e piacevole. Il mio approccio è diverso. Da giovane ho sempre suonato con passione ed emozione eppure ero spesso focalizzato sui dettagli ma dopo l’esperienza dei 2 Cellos penso di avere un atteggiamento diverso verso il pubblico e verso queste partiture. Ora le affronto con una maturità nuova ed è tenendo conto anche del pubblico che ho pensato alla scaletta. Le quattro stagioni sono appassionanti e sono fruibili sia dagli appassionati di classica sia per un pubblico più nuovo, che spero le ami quanto me».

Di strada ne ha fatta con il suo collega Stjepan Hauser, da quando aprivano il tour per Elton John. «Lo pensavo in questi giorni. Sono curioso di vedere il film Rocketman e come è stata raccontata la sua storia. Con lui abbiamo passato tre anni indimenticabili e girato tutto il mondo. Questo ha insegnato a noi, 2 Cellos, come suonare di fronte a dei pubblici enormi. Mi sembra incredibile che circa cinque anni fa aprivamo i suoi show, da solisti per poi raggiungere il resto dei musicisti per i suoi concerti, e due anni dopo le stesse location si siano riempite solo per noi».

Se coi 2 Cellos rimane memorabile il concerto alla Royal Albert Hall di Londra, Šulić ha da sempre frequentato, da violoncellista classico, i templi della musica classica come il Musikverein di Vienna o il Concertgebouw di Amsterdam. «Sono luoghi in cui l’acustica è davvero sbalorditiva. Sono passati circa dieci anni da allora ma mi sembra davvero che sia un capitolo precedente della mia vita. L’idea di fare ritorno in alcune di queste sale è emozionante».

Attivo anche sui social, nella sua pagina Instagram si definisce semplicementeun musicista, marito e padre. «La musica fa parte della mia vita da sempre, ma ho sempre voluto una famiglia. Ho una moglie straordinaria che mi supporta e mi capisce. Sono consapevole che sia la musica che la famiglia richiedono disciplina, compromessi e tanta dedizione, ma so anche che questo per me è ciò che ho sempre desiderato». Il concerto di mercoledì, per il quale restano pochissimi posti, arriva prima della nascita della sua secondogenita. «Dovrebbe nascere a fine giugno e spero che non si lasci trasportare dall’euforia per Vivaldi, perché voglio essere presente al parto. Lo ho fatto per il primo figlio ed è un’esperienza indescrivibile che non vedo l’ora di ripetere».


 

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