Luka Koper sfida il governo sulla ferrovia
LUBIANA. A prima vista può sembrare un ossimoro, una contraddizione, ma la nuova legge approvata ieri dal governo della Slovenia per la realizzazione del secondo binario lungo la linea ferroviaria tra Capodistria (leggi porto) e Divaccia incontra l’opposizione di chi ne dovrebbe essere il primo beneficiario, ossia Luka Koper e i sindacati, la società che gestisce il Porto del capoluogo del Litorale sloveno.
Oltre a istituire la società 2Tdk che sarà contemporaneamente concessionario e investitore della nuova linea ferroviaria, la norma che adesso passerà al vaglio del Parlamento di Lubiana prevede alcuni capitoli che riguardano i cespiti di finanziamento dell’opera. Oltre ai fondi europei e a quanto è in grado di fornire lo Stato, poco invero per un opera che dovrebbe costare 1,4 miliardi di euro (anche questa cifra è oggetto di contestazioni), la rabbia dei camalli di Capodistria e della società per cui lavorano è concentrata sul fatto che la normativa prevede, proprio per il finanziamento dell’infrastruttura, una tassa sulle merci che vengono movimentate proprio dal porto di Capodistria. Se questo balzello venisse introdotto già per l’anno incorso verrebbe a costare circa 18 milioni di euro, balzello che il governo sì è riservato di poter aumentare o diminuire nell’ordine del 20%.
Apriti cielo. Luka Koper e i sindacati non ci stanno. È giusto, precisano, che Luka Koper, il primo beneficiario del raddoppio della tratta ferroviaria partecipi alla realizzazione dell’infrastruttura, ma questo avvenga attraverso un “prelievo” statale dei ricavi di Luka Koper. Insomma i sindacati, in primo piano, chiedono al governo Cerar di convocare gli azionisti di Luka Koper e dire loro che il dividendo dei prossimi anni delle azioni dello scalo sarà impegnato nella strategica infrastruttura ferroviaria. Altrimenti, sostengono all’unisono camalli e Luka Koper, il porto perde la sua competitività e rischia di perdere, di conseguenza, traffici.
Ma la legge approvata dal governo sloveno non prevede soltanto la tassa sulle merci movimentate nel porto di Capodistria, ma anche un aumento del pedaggio autostradale dei camion superiori alle 3,5 tonnellate che circoleranno in Slovenia. Automatica la protesta delle associazioni degli autotrasportatori, mentre questa tassa dovrà essere sottoposta la parere dell’Unione europea. Lubiana però è ottimista in quanto in sede comunitaria esiste il precedente dell’Austria che ha introdotto un “balzello” simile per finanziare la realizzazione del nuovo traforo del Brennero. La tassa slovena dovrebbe portare al progetto un ammontare complessivo di 11,4 milioni di euro.
Molte le critiche al provvedimento del governo. Soprattutto per il fatto che non vi è alcuna certezza della copertura economica della realizzazione del progetto e sugli investimenti magiari (300mila euro?) siamo ancora nella fase delle ipotesi.
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