L’Ui dà l’ok al piano finanziario 2018

Ma esclusi i fondi della Regione Fvg, collocati in un capitolo a parte. Polemiche del gruppo di opposizione La Svolta

FIUME. È stata un’Assemblea dell’Unione italiana (Ui), quella a Palazzo Modello, meno movimentata delle precedenti: in pratica la continuazione della seduta del 26 febbraio scorso a Buie, sospesa poiché era venuto a mancare il numero legale. Ricordiamo che i consiglieri del gruppo di opinione La svolta avevano abbandonato l’aula dopo la bocciatura delle loro proposte di modifiche statutarie con le quali volevano ripristinare l’elezione in ambito assembleare dei massimi esponenti dell’Ui. La continuazione dei lavori è stata convocata in tempi brevi poiché bisognava assolutamente approvare il bilancio consuntivo del 2017: l’ok è giunto con una larga maggioranza dei 45 consiglieri presenti in sala. Comunque i termini per la consegna del documento all’autorità giudiziaria croata sono stati sforati di alcuni giorni (per legge bisognava farlo entro il 28 febbraio scorso), motivo per cui non si escludono sanzioni tra cui un’ammenda, da parte di Zagabria.

Unione Italiana in assemblea a Buie
Placeholder


Anche questa volta comunque gran parte dei consiglieri de La svolta non si sono presentati ai lavori. Un dibattito con interventi animati è scaturito a proposito dell’approvazione del Piano finanziario e Programma di lavoro per il 2018 presentato dal presidente della Giunta esecutiva Maurizio Tremul dopo l’inserimento di emendamenti e proposte di ripartizione dei mezzi. Per la prima volta il Piano finanziario non vede inclusi i finanziamenti della Regione Friuli Venezia Giulia, collocati su un capitolo di entrata a parte. Sono contributi - lo ricordiamo - da due anni a questa parte messi a bando e gestiti dall’Università popolare di Trieste.

L’Unione italiana si divide sullo Statuto

Su questo punto il vice presidente dell’Assemblea Paolo Demarin e la consigliera Roberta Lakoseljac hanno epresso perplessità e preoccupazione per la perdita di soggettività dell’Unione italiana. Ha risposto loro Fabrizio Radin, spiegando che queste sono le nuove disposizioni europee alle quali l’Unione Italiana deve adeguarsi, disposizioni che includono anche la limitazione a 102 mila euro per ogni ente beneficiario. Per colmare il buco nel Fondo promozione delle Comunità degli italiani lasciato dai contributi del Fvg che dunque non sono più certi, i consiglieri di Pola e Fiume - quasi tutti all’opposizione - hanno richiesto di attingere 270 mila euro dai finanziamenti erogati dalla Farnesina.

L’ombra delle elezioni sull’Unione italiana spaccata


Il Fondo promozione è destinato all’attività delle Comunità degli italiani in campo artistico e culturale. «È una richiesta improponibile - ha ribadito Tremul - perché per queste voci di spesa non si devono usare i mezzi della Legge italiana 73/01». Alle osservazioni sull'esposizione di 2 milioni di euro alle istituzioni dell’Ui, Tremul ha ricordato che si tratta di anticipi e crediti concordati con i revisori dei conti. «Sono mezzi che permettono il funzionamento delle nostre istituzioni - ha spiegato - e che sicuramente rientreranno nelle nostre casse». (p.r.)
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo