L’Udc va a congresso: Minisini e Zigrino tornano in corsa
E l’Udc? Che fine ha fatto qui a Trieste il partito-famiglia dei Sasco brothers uscito ridimensionato a sua volta dal tracollo elettorale dell’ex maggioranza di Dipiazza? Che vada «verso il Partito della Nazione», come andavano dicendo i quadri locali e non, al tempo del tesseramento di inizio anno, è ormai risaputo. Dipenderanno semmai da gente del calibro di Casini, Fini e Rutelli la dimensione e la natura del progetto terzopolista.
Ma che vada , l’Udc, anche verso quel congresso invocato a più riprese dagli interpreti della linea non-Sasco - dall’ex Margherita che non ha mai digerito il Pd Alessandro Minisini all’ex manager della sanità Franco Zigrino - questa sì che è una ”nuova” di fine estate. Proprio in queste ore, infatti, a Chianciano, l’Udc nazionale tiene convention per darsi una bussola: da qui partirà la stagione dei congressi. Quello provinciale triestino sarà agendato per fine ottobre, massimo a novembre. E così si potrà celebrare quella resa dei conti mai consumata finora proprio perché il tesseramento di inizio 2011, raccolto dai Sasco con Roberta Clon in quanto reggenti, aveva confermato col 60% la fedeltà alla linea dei brothers, più orientata all’epoca, peraltro, al mantenimento del patto Udc-Pdl dominante in Regione, dove Edoardo Sasco era ed è tuttora capogruppo dei casiniani. «Siamo aperti a tutti, ma per chi vuole cercare lo scontro non ci sarà spazio», mette le mani avanti Roberto Sasco.
Se Minisini (che scalpita per rientrare forte del “tesoretto” di consensi nelle periferie e in particolare ad Altura) e Zigrino (rimasto “a secco” nonostante l’appoggio dato nella volata elettorale a Cosolini) rimarranno impressionati o meno da un simile monito, lo si saprà solo al congresso, quando appunto potrebbe nascere un inedito cartello democristiano-laico anti-Sasco dall’obiettivo dichiarato: cambiare la classe dirigente, e la linea, dell’Udc triestina.(pi.ra.)
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