Lucinico dedica a Svevo un belvedere culturale con i simboli del legame tra “Coscienza” e territorio

Nell’area installati una panchina, un pannello con i passaggi del romanzo ambientati nella frazione e una scultura di Zeno con una tazza di caffè

Alex Pessotto
Un momento della cerimonia
Un momento della cerimonia

Una giornata baciata dal sole ha suggellato un significativo momento per la comunità di Lucinico: un taglio del nastro, precisamente alle 10.40, l’inaugurazione di un’area dedicata a Italo Svevo che, proprio a Lucinico, ambienta parte dell’ultimo capitolo del suo capolavoro: “La coscienza di Zeno”.

Quest’area, in via Camposanto, si compone di una panchina che permette di ammirare il panorama caro allo scrittore triestino e di una citazione, su un supporto ad hoc, di un passaggio della “Coscienza” sul rapporto tra l’autore e il territorio. Non va poi trascurata la scultura del goriziano Paolo Figar e formata da due elementi: una sagoma a rappresentare un soldato (poiché è a Lucinico che Zeno incontra la prima guerra mondiale) e un’opera in marmo giallo d’Istria a significare un’originale visione del protagonista del romanzo con in mano una tazza di caffé.

L’inaugurazione di questa «stanza senza pareti, un belvedere che può essere vissuto e che possiede piena dignità urbanistica» sempre prendendo a prestito le parole di Figar, è stata animata dalla comunità in un’atmosfera di festa. L’area, tra l’altro, non è di proprietà pubblica, ma privata, messa però prontamente a disposizione.

A occuparsi del progetto è stato il presidente dell’associazione Lucinis, Giovanni Bressan, architetto, ma all’evento ha anche partecipato Giorgio Stabon, che già aveva ricoperto analogo ruolo. E, ancora, c’erano il vicepresidente vicario della Cassa Rurale Fvg, Umberto Martinuzzi, il già presidente della Cassa Rurale di Lucinico, Farra e Capriva Renzo Medeossi, l’assessore comunale Maurizio Negro: «Questa iniziativa coinvolge tutta la città, non solo Lucinico – ha affermato quest’ultimo – ed è bello vedere tante persone che credono in questo paese».

Da parte sua, don Moris Tonso, pochi istanti prima della benedizione «Quest’opera dà lustro alla comunità – aveva commentato –. Svevo ha permesso di conoscere Lucinico in tutto il mondo. Speriamo ora che questo non resti un monumento, ma, per esempio, che la panchina venga utilizzata, magari per qualche buona lettura».

Intanto, è stata una mattinata di festa. Al punto che, da via Camposanto, l’appuntamento si è poi trasferito al Centro civico di piazza San Giorgio con altri interventi: di Loredana Rossi Devetag, promotrice dell’omaggio a Svevo, del critico d’arte Giancarlo Pauletto, di Tiziana Piras, docente all’università di Trieste e del fisarmonicista Giampaolo Mrach che, con le note del proprio strumento, ha inframezzato la cerimonia.

E, ancora, non sono mancati studiosi che si sono occupati del rapporto tra Svevo e Lucinico. Tra l’altro, a lungo era sembrato che lo scrittore avesse soggiornato a Villa Nella, che si trova nelle vicinanze dell’area ieri inaugurata, mentre, secondo un’interpretazione di Barbara Sturmar docente di lettere alla scuola media Ascoli, dottoressa di ricerca all’ateneo giuliano, l’autore, con buona probabilità, dimorò a Villa Fausta, che venne distrutta da un bombardamento austriaco con granate incendiarie e mai più ricostruita: le sue macerie, per molto tempo visibili, adesso risultano inghiottite dalla vegetazione, in fondo all’attuale via Campagna Bassa.

E se, ritornando alla cerimonia, c’è stato pure lo spazio per un momento conviviale, è emersa anche la volontà che  non resti un evento isolato, ma che venga accompagnato da altre iniziative nel segno di Svevo e, in particolare, del suo legame con Lucinico. Per ora, a raccontare questo legame è stata presentata anche una pubblicazione a cura dell’Unione delle associazioni di Lucinico Aps “Lucinîs”. Ha un titolo semplice e chiaro: “Zeno a Lucinico. Omaggio a Italo Svevo”.

Ovviamente, è stato il centenario della pubblicazione della “Coscienza”, che cadeva lo scorso anno, a suggerire tale omaggio. Per il resto, la visibilità destinata ad accompagnare la Capitale europea della Cultura non farà altro che evidenziare ancor di più il rapporto tra lo scrittore e quella comunità che, ieri, alla grandezza, ne ha riservato un tributo tanto intenso quanto partecipato. —

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