Lucchini: da Arvedi nessuna proposta sulla FerrieraIl 29 ottobre un Consiglio comunale straordinario

Arvedi ha interrotto le trattative con Lucchini per la Ferriera. La conferma a quanto anticipato ieri dal Piccolo arriva dalla proprietà bresciana, che precisa che le trattative erano state avviate a luglio su iniziativa del Gruppo Finarvedi. Alla loro interruzione, recita una nota di Lucchini, «si è giunti in assenza di proposte concrete da parte del potenziale acquirente».


La Lucchini - così la nota - perseguirà con rinnovata determinazione gli obiettivi di consolidamento dell'assetto industriale e sviluppo delle attività dello stabilimento, risanamento ambientale, miglioramento della sicurezza e salute dei propri lavoratori «in coerenza col piano industriale presentato al ministero dello Sviluppo economico nel luglio 2006» e con quanto «discusso e ribadito al tavolo di concertazione promosso dalla Regione». Dell’urgenza Ferriera si discuterà intanto in due sedute del Consiglio comunale. Una riunione straordinaria dell’aula era stata richiesta dall’opposizione la settimana scorsa, ed è stata fissata ieri dalla conferenza dei capigruppo per lunedì 29 ottobre.


Saranno invitati a partecipare tutti i principali attori della vicenda, dalla Regione alla Provincia, dall’Arpa alla Lucchini-Severstal e alle Rsu dello stabilimento. Non ci sarà il sindaco Roberto Dipiazza, causa impegni già fissati per il 29. Il primo cittadino verrà dunque sentito in audizione nel consiglio comunale di mercoledì prossimo, 24 ottobre. Se il Consiglio è stato richiesto dall’opposizione, la stessa maggioranza non ha posto obiezioni. «È opportuno che della situazione della Ferriera si discuta ora che si è arrivati al punto di potere parlare seriamente, dato che tutti convergono sull’obiettivo di risoluzione del nodo ambientale», è il commento della capogruppo di An Alessia Rosolen. La quale però ancora una volta si augura, all’approssimarsi della campagna per le regionali 2008, che «la Ferriera non diventi il tormentone della vigilia elettorale».


Un’osservazione che il capogruppo diessino Fabio Omero rispedisce subito al mittente notando che «il centrosinistra non ha mai usato la Ferriera come clava: sono stati semmai Roberto Antonione (allora presidente della Regione, ndr) e poi il sindaco a cavalcare la questione». Decisamente meno positiva, intanto, la valutazione dell’opportunità di convocare il consiglio sulla Ferriera da parte del capogruppo forzista Piero Camber: «La seduta non servirà a nulla, perché chiudere lo stabilimento ormai è inevitabile».


Omero ribadisce innanzitutto la propria «preoccupazione per la salute dei lavoratori dello stabilimento e dei cittadini» rammaricandosi per l’interruzione della trattativa con Arvedi, che «nei suoi stabilimenti ha dimostrato tutt’altra considerazione per lavoratori e ambiente, mentre Lucchini non ha rispettato gli impegni». E intanto il Cittadino Robero Decarli lancia l’allarme sui lavoratori dello stabilimento e dell’indotto. Perché «se i dati sugli inquinanti fin qui emersi venissero confermati la Ferriera andrà chiusa, ma che ne sarà dei lavoratori - 500 dello stabilimento più quelli dell’indotto, certo oltre mille persone in tutto - che si troveranno disoccupati?».


Preoccupazioni non condivise da Piero Camber: «A Trieste non mancano i soldi per la realizzazione di grandi opere, le bonifiche e la piattaforma logistica per citare. Per le prime ci sono decine di milioni a disposizione, la seconda occuperà almeno 200 persone per tre anni. I lavoratori della Ferriera possono trovare spazio in questi cantieri».

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