Luccarini si dimette dalla presidenza di Ttp

La decisione "irrevocabile è dovuta all'inutilità della mia carica"
Piergiorgio Luccarini
Piergiorgio Luccarini

Terremoto, ovvero tsunami su Trieste terminal passeggeri, la società che gestisce le crociere mai decollate tanto da farla stare sotto il fuoco delle critiche fin dalla sua nascita nel 2007. Ieri, a soli quattro mesi dall’investitura, ha dato le dimissioni il presidente Pier Giorgio Luccarini che in una pirotecnica conferenza stampa si è reso protagonista di un violentissimo j’accuse contro l’amministratore delegato Franco Napp: «Conduce la società in stile casalingo, da dicembre a oggi sono riuscito a vederlo due volte, non mi ha mai messo al corrente di alcuna iniziativa, per sapere cosa stava per fare Ttp dovevo leggere Il Piccolo».

Assieme a Luccarini, si è dimesso dal consiglio di amministrazione anche Federico Taucer, manager dalla To Delta di Pierluigi Maneschi, egli pure, come l’ex presidente, indicato dall’Autorità portuale e nella fattispecie da Marina Monassi nell’ultimissima fase del proprio mandato. «Assicuro che in questo mio gesto - ha voluto però sottolineare Luccarini - non c’è nessunissima motivazione politica, sono perfettamente in linea con le considerazioni fatte su questa società, anche nelle dichiarazioni alla stampa, dal commissario Zeno D’Agostino che è stato il primo, assieme al sindaco Roberto Cosolini, a sapere delle mie irrevocabili dimissioni. Non ero infatti in grado di riferire a chi mi aveva proposto, cioé all’Authority, di cosa stava succedendo in Ttp dal momento che l’amministratore delegato mi teneva all’oscuro di tutto». Lo stesso Napp, in un’atmosfera paradossale, è stato per tutta la conferenza stampa un convitato di pietra tutto particolare: presente in carne ed ossa, ma muto, non avendo voluto profferire parola.

L’episodio che ha fatto precipitare la situazione, ma che è forse la migliore spia di una situazione grave e censurabile, il 28 marzo allorché il consiglio di amministrazione, ha approvato il bilancio consuntivo 2014 con le astensioni dello stesso Luccarini e Taucer che l’anno scorso non c’erano, ma soprattutto con un passivo di 160mila euro. «Di fronte a questa situazione - spiega Luccarini - ho deciso di dimezzare la mia indennità passando da 50 a 25 mila euro e ho proposto che tutto il consiglio di amministrazione facesse lo stesso finché il bilancio della società non tornerà in attivo. Ma a parte Taucer (che ha deciso di rinunciare a tutti i 4mila euro di sua pertinenza, ndr), non c’è stato verso. Eventualmente se ne riparlerà - mi è stato risposto - all’assemblea dei soci del 29 aprile».

Qui però si inserisce un altro elemento di riflessione perché il 29 aprile per Luccarini e Taucer sarebbe stato comunque il capolinea dato che sarebbe scattato un naturale spoil system. «Ho apprezzato il gesto fatto da entrambi che sono venuti da me ad anticiparmi le loro dimissioni e a illustrarmi la situazione - ha infatti commentato ieri da Mosca il commissario dell’Authority Zeno D’Agostino - noi il 29 indicheremo due nuovi consiglieri tra i quali il presidente, ma lo avremmo fatto comunque perché l’approvazione del bilancio avrebbe segnato il passaggio di consegne visto l’avvicendamento all’Autorità portuale».

Secondo le indicazioni fornite ieri, a bilancio per i componenti del consiglio di amministrazione ci sono 188 mila euro. Quattromila a testa vanno ai tre consiglieri: oltre a Taucer, Claudio Aldo Rigo che rappresenta Unicredit e Beniamino Maltese in rappresentanza di Costa crociere. Al presidente ne vanno 50mila e ben 126mila all’amministratore delegato cioé Franco Napp che è anche armatore e agente, proprietario, assieme alla famiglia, della società Giuliana Bunkeraggi. Quest’ultima assieme a Unicredit, Costa crociere e Assicurazioni Generali ha creato Tami che detiene il 60% delle quote di Ttp.

«In questa società il presidente (quello precedente era Antonio Paoletti a capo anche di Camera di commercio, Confcommercio e altre società) non ha deleghe - ha accusato Luccarini - e prende 50mila euro per non fare sostanzialmente nulla». Nel luglio 2013 in una delle tante fasi di stagnazione sia delle crociere che dei congressi mentre società di tutti i settori e addirittura i politici si adeguavano alla spending review tagliando i compensi, l’assemblea dei soci di Trieste terminal passeggeri aveva fatto fare un notevole balzo all’insù alle prebende per i propri dirigenti che hanno potuto così aumentarsi notevolmente i compensi contro il parere della stessa Autorità portuale.

«È stato un colpo di mano che mi ha fatto arrabbiare - aveva commentato Marina Monassi - società come queste appena fatta la privatizzazione si ritengono libere da ogni vincolo». Claudio Aldo Rigo aveva rettificato specificando che presidente e amministratore delegato si erano assunti incarichi e stipendio dell’ex direttore generale, figura non più prevista, per cui non vi era alcun aggravio di spesa.
 

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