Luca Zaia attacca: «Ci saranno altre Sappada»
UDINE. C’è chi non si arrende, chi lancia altri appelli, chi dà consigli. Il caso Sappada, mentre in città si festeggia, continua a far discutere. L’intervento più duro è quello del sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, nativo di Belluno. Il deputato dem, ieri in commissione bicamerale per il federalismo, sostiene che la vicenda, con l’applicazione dell’articolo 132 della Costituzione e il «rischio di frantumare il 116», è «un’aberrazione». E ancora: «Sappada aveva bisogno di soldi per gli impianti e il Friuli Venezia Giulia di una cartolina turistica. Tutto ciò non va bene. Se l’ipotesi approvata è giusta io, e lo dico scherzando, sono Babbo Natale». Sappada, incalza Bressa, «può risucchiare tutti verso un abisso».
Tema sollevato anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: «Ricordo che siamo l'unico territorio italiano che confina con due regioni a statuto speciale e che ha decine di comuni che vogliono uscire. Nel caso di Sappada, ma vedrete che a breve ce ne saranno anche tanti altri, si rinuncia alla cura e si sceglie l’amputazione». A ribadire contrarietà è anche Renato Brunetta. Ma il capogruppo di Forza Italia alla Camera insiste pure nei tentativi di fermare tutto. E scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo di rinviare alle Camere la legge. Il deputato azzurro parla di «gravi violazioni del procedimento previsto dall'articolo 132» e reitera la convinzione che nel percorso verso l’aula sia mancato quello «specifico e solenne coinvolgimento delle Regioni interessate attraverso la richiesta ai loro Consigli regionali del parere sulla proposta» richiamato dalla Corte Costituzionale. La mozione approvata dal Consiglio del Veneto nel 2012? «Antecedente all’assemblea attualmente in carico e peraltro diretta non al Parlamento, ma alla giunta regionale».
Pure dal Fvg si alza una voce fuori da coro. Detto che Sappada in Fvg «rafforza il nostro progetto di valorizzazione delle Alpi e Dolomiti friulane» e che il ritorno di una comunità culturalmente friulana «è un approdo naturale e un lietissimo evento», Renzo Tondo, capogruppo di Autonomia responsabile, avverte: «Adesso è doveroso capire che non possiamo pensare di innescare un domino che porti, progressivamente, ad altri passaggi, non giustificabili dal punto di vista storico e culturale. Se ci sono altri comuni che cercano un improbabile El Dorado fiscale, sappiano che sarebbe miope e irresponsabile alimentare una guerra col Veneto. Siamo autonomisti, non venditori di fumo».
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