Lubiana, stato d’emergenza prorogato per altri 60 giorni

Confermate tutte le restrizioni. Gli esperti: nella terza ondata servirà il 10% in più di posti letto. Scuole chiuse: un gruppo di genitori ricorre alla Corte costituzionale

LUBIANA Niente da fare, in Slovenia i conti non tornano. Troppi contagi e troppi ricoveri, sistema sanitario nazionale sotto stress e così il governo decide di prolungare lo stato di epidemia di altri 60 giorni a partire dal prossimo 17 gennaio e di confermare le norme anti-Covid attualmente in vigore. Dunque il lockdown permane. Ma la situazione potrebbe anche peggiorare. Il primo ministro Janez Janša, infatti, ha affermato che se la situazione non migliorasse, ci potrebbe essere un blocco completo, in questo caso anche l'economia si fermerebbe assieme al trasporto pubblico. Le uniche eccezioni per uscire da casa sarebbero quelle per recarsi in farmacia, da un medico o a fare la spesa.

Il governo ha inoltre deciso che la quarantena può essere interrotta anche da un test rapido dell'antigene e non solo da un tampone tradizionale. Se una persona inviata in quarantena a casa dalla polizia viene sottoposta a test per la presenza di Sars-CoV-2 mediante tampone o test rapido durante il periodo di isolamento e il risultato del test è negativo, la quarantena si considera interrotta. Non esiste più un limite di tempo per l'esecuzione del test. Il numero medio di persone contagiate nel Paese in 7 giorni è di 1.848, mentre quello dei ricoverati per Covid-19 è di 1.202. Secondo il piano governativo aggiornato, dovrebbe essere raggiunta una situazione con meno di 1.350 contagi medi e meno di 1.200 ricoverati a livello nazionale. Solo allora potrebbero essere varate misure nelle singole regioni. In quelle con una situazione epidemiologica più favorevole (fascia rossa), è prevista l'apertura di asili nido e scuole primarie per le prime tre classi, dei musei, di biblioteche e gallerie d’arte e si consentirà di fare sport all’aperto senza contatto fisico. Il rientro a scuola dei restanti bambini della scuola primaria è previsto nella fase arancione, quando sia la media in 7 giorni di contagi che di ricoveri scendono sotto i 1.000. L'apertura delle scuole avverrà gradualmente in base alla situazione epidemiologica per regione e con l'utilizzo di test rapidi. La maggiore apertura delle scuole nei prossimi mesi dipenderà da quanto bene funzioneranno i test dell’antigene, ha precisato il premier Janša a Tv Slovenia, aggiungendo che «dovremo convivere con misure restrittive contro il coronavirus almeno fino a primavera». Un gruppo di genitori di Celje però si è rivolto alla Corte costituzionale chiedendo di valutare la legittimità della chiusura prolungata di scuole primarie e asili a causa della pandemia.La didattica a distanza prolungata, secondo questi genitori di alunni della scuola primaria, non solo interferisce con il diritto allo studio, ma ha anche un risvolto negativo sullo sviluppo psico-motorio dei bambini, danneggiati anche dalla mancanza di contatti sociali.

Intanto le previsioni sono pessime. Nella cosiddetta terza ondata- così gli esperti - ci vorranno circa 1.500 posti letto Covid a livello nazionale, il che rappresenta un aumento del 10% della capacità massima di posti letto già resi disponibili dal sistema sanitario nazionale a metà dicembre scorso. Dal punto di vista numerico in Slovenia nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 1.415 su 5.637 tamponi tradizionali (indice di positività al 25,1%) e 352 su 5.857 test rapidi (positività al 15,4%) per un totale di 1.767 nuovi infetti. Morte 23 persone.

Situazione sul campo oggettivamente migliore in Croazia dove il quartier generale della Protezione civile nazionale comunica che nelle ultime 24 ore i contagi sono stati 980 su 6.847 tamponi, relativamente pochi per un Paese di poco meno di 4 milioni di abitanti (la Slovenia ne ha un milione e 800 mila), con un indice di positività del 14,3%. Morti 45. Anche la Croazia non prevede allentamenti a breve delle norme anti-Covid. —

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