Lubiana premia la destra di Janša. Croazia, ok il partito di Plenković

Il movimento dell’ex premier sloveno verso la conquista di tre seggi. A Zagabria le sorprese sono in arrivo dalle sigle minori
epa06781838 Janez Jansa (C), leader of right-wing Slovenian Democratic Party (SDS), gives a statement to the media during the snap parliamentary elections at a polling station Sentilj pri Velenju, Slovenia, 03 June 2018. Slovenia holds snap parliamentary elections sparked by the resignation of Prime Minister Cerar in March. EPA/ANTONIO BAT
epa06781838 Janez Jansa (C), leader of right-wing Slovenian Democratic Party (SDS), gives a statement to the media during the snap parliamentary elections at a polling station Sentilj pri Velenju, Slovenia, 03 June 2018. Slovenia holds snap parliamentary elections sparked by the resignation of Prime Minister Cerar in March. EPA/ANTONIO BAT

La bandiera dell’Sds di Janez Janša su Lubiana, quella un po’ sgualcita dell’Hdz del premier Plenković su Zagabria. È l’esito delle elezioni europee di ieri in Slovenia e Croazia, secondo i primi risultati ufficiali. Nelle urne slovene è stato confermato a grandi linee il quadro disegnato dai sondaggi nelle settimane precedenti. Secondo i primi risultati quasi definitivi, resi pubblici dopo le 23, il Partito democratico sloveno dell'ex premier Janša, conservatore e di destra, con ferme posizioni anti-migranti, attualmente all’opposizione ma maggiore forza politica del Paese - che si era presenta in coalizione assieme al Partito popolare sloveno (Sls) - ha conquistato il 26,5% delle preferenze, che si tradurranno in tre seggi per il Partito popolare europeo.



Si tratta con alta probabilità di una nuova vittoria di Pirro, per Janša, dato che non dovrebbero esserci ricadute a livello nazionale. Ed è anche difficile che, a Lubiana, si registrino sorprese come quelle paventate a Budapest. Janša, a marzo, aveva suggerito una possibile fuoriuscita dei suoi uomini dal Ppe in caso di espulsione dell’amico Orban, ma si tratta oggi di uno scenario quantomeno improbabile. Ai Popolari europei andranno anche il seggio conquistato da Nuova Slovenia (11,1%). Buoni risultati anche per la Lista del primo ministro Marjan Sarec (Alde, 15,6%, due seggi) e per i Socialdemocratici (S&D, 18,6%, due seggi). Fra i rieletti, Zver, Tomc e Bogovic per Sds-Sls, Tanja Fajon per l’Sd.

In Croazia vince ma non riesce a sfondare l’Hdz (Ppe), partito di centrodestra e conservatore al potere. Secondo i primi risultati ufficiali ancora preliminari, l’Accadizeta avrebbe conquistato i favori del 23,2% dell’elettorato, assicurandosi quattro seggi, due in meno in rispetto al 2014, quando però correva in una grande coalizione di centrodestra. Poco distante, il Partito socialdemocratico croato (S&D), all’opposizione e argento a questa tornata elettorale, che ha convinto il 18,4% dei votanti, in forte calo percentuale rispetto al 2014, ma sempre quattro seggi all’attivo.

Ma le sorprese, a Zagabria, sono arrivate dai partiti minori, che - sempre secondo i primi dati - si spartiscono equamente i rimanenti quattro scranni riservati alla Croazia all’Europarlamento. Successo per la destra dei Suverenisti (ECR, 8,3%), ma la vera sorpresa è la performance della lista del giudice del Tribunale commerciale di Zagabria, Mislav Kolakusić, che ha raggiunto addirittura il 7,7% puntando sul cavallo di battaglia dell’anti-corruzione. Kolakusić ha superato gli emuli croati del M5s, gli euroscettici con venature populistiche e anti-establishment di Zivi zid (5,7%). E la Coalizione di Amsterdam (Alde, 5,6%), formata da 7 partitini di indirizzo liberale e progressista, che dovrebbe arricchire di un seggio i ranghi dell’Alde. —


 

Argomenti:elezionieuropee

Riproduzione riservata © Il Piccolo