Lubiana, il mistero delle “scarpe volanti”
LUBIANA. «Basta la salute e un paio de scarpe nove», recitava una vecchia canzone dell’indimenticabile Nino Manfredi. E, forse, la filosofia sottesa a quei versi è stata fatta propria anche a Lubiana.
Sì perché in alcune vie del centro a fare bella mostra di sè penzoloni sui fili della luce ci sono decine e decine di scarpe vecchie. E il misterioso fenomeno è subito diventato un’attrazione turistica con le guide che mostrano la strana installazione ai visitatori della capitale slovena che, naso all’insù, fanno partire i click delle macchine fotografiche.
Ma che cosa sono queste scarpe appese? E poi, come sono finite lassù? Alla prima domanda si può dare solamente una risposta parziale. Lubiana, infatti, non è l’unica città al mondo testimone di questo fenomeno. Negli Stati Uniti, infatti, non è difficile imbattersi in questa stravagante sorta di “arredo urbano”, così come in alcuni desolati incroci tra autostrade. Il tutto ha ottenuto anche un nome. Si chiama, infatti, “Shoefiti”, una sorta di graffito verso il cielo fatto con le scarpe.
Le spiegazioni di tale fenomeno che corrono tra i lubianesi sono praticamente tante quante le “scarpe volanti”. Alcuni dicono che a gettarle lassù sono gli studenti dopo l’esame di maturità o gli universitari dopo un esame superato. A Sidney, invece, si sostiene con fermezza, che si tratta delle scarpe che i ragazzi buttano sui fili quando perdono la verginità. Altri sostengono che si tratta di una sorta di macabra celebrazione della morte. In Argentina le “scarpe volanti” starebbero a significare che la città in cui si scorgono è sotto il controllo del crimine organizzato, un originale modo di dire ai poliziotti di fare piazza pulita dei malavitosi. Ma la versione più diffusa sostiene che le “scarpe volanti” sono un segnale che in città si può acquistare la droga. La conferma giunge anche da Lubiana dove la gestrice dell’ostello sulla Metelkova spiega che molti ospiti appena vedono le scarpe le chiedeono: «Allora qui si trovano spacciatori?» Nella capitale slovena i luoghi in cui pendono le scarpe sono diventati parte integrante del tour turistico intitolato “Grafiti tour”, mentre lungo la Trubarjeva cesta una ragazza sostiene che la tradizione è stata inaugurata dagli studenti universitari. Il lancio delle scarpe avverrebbe alla fine degli studi universitari all’ateneo della capitale e significherebbero che gli studenti in questa città «hanno lasciato molto di se stessi».
E c’è chi, a Lubiana, delle “scarpe volanti” ha fatto un affare. È il caso della gioielleria “Malalan Mladi” sita nei pressi del ponte dei ciabattini (guarda il caso) luogo dove tradizionalmente le scarpe volano sui fili della luce. Ebbene hanno messo in produzione tutta una serie di ciondoli in oro per collanine a forma di scarpa. Un affarone. La titolare del negozio “Deskarna Pod Tran›o” sostiene poi che molti hanno acquistato nel suo negozio un paio di scarpe proprio perché quello vecchio avevano intenzione di lanciarlo sui fili della luce.
È chiaro che la società che si occupa della manutenzione dei cavi elettrici a Lubiana periodicamente “pulisce” queste strane sculture, le quali però, poco tempo dopo puntalmente riappaiono. E c’è anche chi, secondo il quotidiano di Lubiana Dnevnik, di questo fenomeno si assume candidamente la primogenitura. Davanti al bancone del bar “Reformator”, sulla Trubarjeva cesta, Blaž Horvat confessa al cronista del giornale sloveno di essere stato lui con alcuni amici ad innescare il fenomeno. «L’idea ce l’hanno data alcuni film stranieri - spiega - e visto che ci annoiavamo abbiamo iniziato a cercare di appendere le scarpe ai fili e vi posso assicurare che non è assolutamente facile, bisogna avere una tecnica sopraffina per fare in modo che le scarpe legate insieme dai lacci si impiligno nel filo elettrico». Millantatore? Forse. Sta di fatto che il fenomeno è sempre più diffuso a Lubiana e sta diventando un po’ come il ponte Milvio a Roma invaso dai lucchetti degli innamorati. Ma qui almeno la spiegazione c’è. Per le scarpe invece: fantasia al potere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo