Lubiana, diecimila bici contro il governo

Prende vigore la protesta contro Janša lanciata tre settimane fa. Arrivano le telecamere della Bbc. Opposizioni solidali
Slovenija, Ljubljana, 08.05.2020, 08. maj 2020 Protest iz balkonov na kolesa, protestniki, policija, proti vladne demonstracije, kornavirus, Covid 19,kolo Foto:Žiga Živuloviè jr./BOBO
Slovenija, Ljubljana, 08.05.2020, 08. maj 2020 Protest iz balkonov na kolesa, protestniki, policija, proti vladne demonstracije, kornavirus, Covid 19,kolo Foto:Žiga Živuloviè jr./BOBO

LUBIANA Tre settimane fa erano un centinaio, tutti in bicicletta che protestavano davanti al Parlamento di Lubiana. Sembrava una guasconata, fosse solo per quel trillio di campanelli che doveva scandire la rabbia della manifestazione. Gli agenti di polizia sorridevano e prendevano le generalità dei presenti per denunciarli all’autorità giudiziaria per aver violato il divieto di assembramento in tempo di pandemia.

Slovenia, cresce la rivolta delle bici. Il presidente: perseguire i corrotti


Agenti di polizia che non sorridevano per niente venerdì sera alle 19 (ora fissa della protesta contro il governo Janša), vuoi per la fatica di dover transennare tutta piazza della Repubblica e Parlamento per evitare che la manifestazione si radunasse, vuoi perché si sono visti sfilare sotto i loro occhi oltre 10 mila persone, pacifiche e pacifiste, salutate dagli applausi della gente affacciata ai balconi delle vie della capitale. Identificarli tutti? Impossibile, qualcosa sta sfuggendo al sistema Janša, così fedele a quello del suo mentore magiaro Orban. Sistema che ha continuato a minacciare (gli riesce benissimo) che denuncerà tutti per pandemia violata, ma che nel suo malcelato isterismo mostra forse il suo primo punto debole. «Ladri, ladri» gridavano i manifestanti tra tanti “din-din”, qualche verso di mucca e la solita immancabile tromba da stadio. Diecimila a Lubiana, molti di meno a Maribor e Celje, qualche decina di arrabbiatissimi a Capodistria. Sempre in bici, senza violenza, per esprimere quella rabbia ragionata che è difficile da “bonificare” con i metodi della repressione di polizia, perché, concretamente la polizia non ha niente da reprimere.



A sentire i presenti non ci sono dubbi: «Si sta verificando un vero e proprio colpo di Stato», spiega un 40enne nerd con il figlio di 3 anni sul cestino della bicicletta. «Il governo si approfitta della crisi sanitaria per abbattere i principi fondamentali della democrazia», spiega uno studente di filosofia all’Università di Lubiana. Non manca qualche “schiaffo” anche ai media accusati come al solito di non raccontarla giusta o di raccontarla solo in parte.

Tra i motivi della protesta ci sono ovviamente anche la corruzione, il malaffare e il clientelismo, affiorati in relazione all’acquisto da parte del governo di sistemi di protezione sanitaria personale e di respiratori per i reparti di rianimazione degli ospedali sloveni, nonché alcune decisioni relative alle limitazioni personali durante la pandemia. I partiti di opposizione Lmš (Lista Marjan Šarec) , Sd (socialdemocratici) e Levica (Sinistra) hanno espresso il loro sostegno alle proteste assieme ai 118 firmatari del Forum for Democracy, tra i quali ci sono nomi noti di vari settori. In una lettera pubblica intitolata "Gli interventi del governo negli istituti di vigilanza sono la prova del dominio autoritario", i firmatari protagonisti della vita pubblica, scientifica, accademica e culturale sono stati i primi a lanciare un circostanziato allarme per gli sviluppi politici in Slovenia. Il sociologo e politologo Rudi Rizman ha dichiarato a Radio Slovenia riferendosi alla protesta su due ruote: « Attiriamo l' attenzione sul fatto che l'attuale governo di Janez Janša sta conducendo la Slovenia in un sistema autoritario seguendo l'esempio del dominio di Orban nel Paese limitrofo attraverso gravi interventi nello stato di diritto. tipi di istituzioni di supervisione, attacchi a media indipendenti, intellettuali e società civile. Tutta la coalizione al potere sfugge al controllo e alla responsabilità delle attrezzature controverse nella lotta contro la pandemia. In tale situazione, è imperativo che i cittadini spingano indietro questa forma di potere» che vuole abbattere le regole democratiche.

Per i manifestanti venerdì sera c’è stato un ulteriore successo, la marcia in bici tra la capitale è stata rilanciata dai notiziari della Bbc e dalla Reuters. È il battesimo internazionale, la partita è iniziata. Non finirà con un pareggio. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo