Lubiana denuncia Zagabria alla Corte Ue
LUBIANA. Il dado è tratto. La Slovenia denuncerà la Croazia alla Corte europea per violazione dell’articolo 259 degli Accordi di Lisbona e così avvierà formalmente la procedura contro Zagabria per la mancata attuazione della sentenza della Corte arbitrale internazionale dell’Aja sui confini marittimi e terrestri tra i due Paesi. Il testo della missiva è già pronto ed è stato illustrato ieri al governo dal premier Miro Cerar che in precedenza si era visto con il ministro degli Esteri Karl Erjavec.
Il contenuto della lettera rimane top secret ma secondo il primo ministro sloveno in essa ci sono tutti gli elementi e le dovute spiegazioni Prima di spedirla a Bruxelles, comunque, Cerar ed Erjavec la illustreranno alla commissione Esteri del Parlamento. Il premier, infatti, vuole questo passaggio parlamentare per mantenere l’unità della politica slovena che si è dimostrata molto utile proprio nella decisione di portare la Croazia, relativamente all’arbitrato, davanti alla Corte europea.
Su quando la lettera sarà presentata alla Commissione europea Cerar non ha voluto esprimersi perché ha detto deve essere predisposta in modo inoppugnabile in modo tale da risultare vincenti nel confronto davanti ai giudici. La Commissione europea al ricevimento della lettera, in cui la Slovenia annuncia e illustra le proprie motivazioni per la causa contro la Croazia, avrà tre mesi di tempo per decidere se essere favorevole o contraria alla decisione di Lubiana, ma potrà anche decidere di non decidere, ossia di non esprimersi in merito. Ma c’è anche, sulla carta, una quarta opzione, ossia che la Commissione Ue presieduta da Jean Claude Juncker decida che la Slovenia ha ragione e per questo motivo sia lei stessa a condurre la causa contro la Croazia per aver leso il diritto europeo.
Tuttavia quest’ultima possibilità non viene neppure presa in considerazione dalla diplomazia di Lubiana. Il premier Cerar ha dichiarato di non temere la decisione della Commissione Ue perché la Slovenia ha a sua disposizione tantissime prove che dimostrano come la Croazia stia infrangendo il diritto europeo e internazionale. Cerar farà in modo che il governo sloveno decida di proseguire nella sua causa europea a carico della Croazia anche se la Commissione dovesse decidere di non esprimere un giudizio in merito alla questione (sarà questo il caso più probabile) quando lo stesso sarà ancora nella sua piena operatività (a giugno ci saranno le elezioni politiche). Il procedimento sarà comunque molto lungo per cui le fondamenta della causa a carico di Zagabria devono essere preparate in un modo tale che qualsivoglia governo scaturirà dalle elezioni politiche potrà con successo condurre a termine l’azione legale davanti alla Corte europea.
Il ministro degli Esteri Karl Erjavec, dal canto suo, auspica che i parere della Commissione Ue all’iniziativa giuridica slovena sia reso noto quanto prima. «La Commissione europea ha promesso il suo aiuto all’implementazione dell’arbitrato internazionale - ha detto il capo della diplomazia slovena, anche sa dallo scorso giugno a oggi non è successo niente a parte alcune dichiarazioni sulla questione rilasciate dal presidente della Commissione». Presidente che «se parlava con il nostro primo ministro - ha aggiunto Erjavec - affermava che bisogna rispettare e implementare la sentenza dell’arbitrato internazionale, mentre se parlava con il premier croato questo concetto non veniva confermato».
In effetti Juncker ha cercato fin qui di non prendere una posizione chiara per cui è da attendersi che la Commissione decida di non decidere lasciando così passare i tre mesi a sua disposizione. Insomma una sorta di diplomazia europea alla Ponzio Pilato. A meno che la Germania non ci metta lo zampino. Nel qual caso Zagabria potrebbe rilassarsi.
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