Lubiana alza il muro e la Croazia lo abbatte

LUBIANA. Metti mano ai confini e nei Balcani il dito scivola inevitabilmente sul grilletto. Così anche il posizionamento del primo chilometro e mezzo di filo spinato tra Slovenia e Croazia per “incanalare” il flusso dei migranti verso i punti di controllo ha scatenato quasi un incidente diplomatico tra i due Paesi. Zagabria, infatti, ha inviato gli agenti di polizia delle forze speciali a tagliare alcuni tratti di reticolato perché posizionati in territorio croato. Immediato anche l’intervento del ministro degli Interni della Croazia, Ranko Ostoji„. «Siamo solo andati a mettere in guardia coloro che sono entrati in territorio croato per far capire loro di togliere quel filo spinato - ha dichiarato - se non lo faranno per prima cosa invieremo una nota diplomatica e, quindi, rimuoveremo fisicamente il recinto».
Ieri il Genio dell’esercito sloveno ha ultimato i primi 1.500 metri di filo spinato (in effetti non ci sono le “spine” di ferro, ma al loro posto delle “lamette” taglienti). La barriera, alta un metro e ottanta, è stata collocata sul valico sloveno-croato di Gibina nel Comune di Razkrižje e nell’area di Rigonce. Qui a Veliko Obrežje il reticolato è stato collocato a ridosso del fiume Sotla attraverso il quale, durante la prima ondata migratoria, sono transitati molti gruppi di migranti. Le altre aree di posizionamento non sono state rese note dal sottosegretario agli Interni, Boštjan Šefic, ma da Vienna dove si è incontrato con Josef Ostermayer, capogabinetto del cancelliere austriaco, il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec ha fatto sapere che complessivamente il “muro” sarà lungo 80 chilometri e dovrebbe rimanere in piedi almeno per sei mesi. Il ministro dell'Economia sloveno, Dušan Mramor, invece, ha riferito di aver ricevuto da Bruxelles assicurazioni sulla piena flessibilità del bilancio finanziario europeo per la copertura dei costi relativi all'afflusso dei migranti in Slovenia. «È difficile argomentare le spese per quanto riguarda la gestione del flusso di migranti - ha dichiarato Mramor - ma a Bruxelles ci hanno assicurato che, con un bilancio flessibile, queste spese saranno coperte». La legge finanziaria slovena per il 2016 prevede 73 milioni di euro per affrontare l'afflusso di migranti. Il ministro ha rimarcato che la parte slovena sta lavorando affinché queste spese vengano coperte dai fondi europei per la crisi migratoria, stanziati per il 2015 e 2016 per un totale di 9,2 miliardi di euro.
Alla decisione della Slovenia di erigere una barriera di filo spinato in alcuni tratti del confine con la Croazia, il governo di Zagabria si è “limitato” a dire che «saprà proteggere gli interessi nazionali». Martedì i due premier, il croato Zoran Milanovi„ e lo sloveno Miro Cerar, hanno avuto un colloquio riguardo alla crisi dei migranti nel quale hanno ribadito la mutua volontà «di continuare a collaborare nell'accoglimento e trasferimento dei migranti». Il governo di Zagabria ha in ogni caso sottolineato «che i cittadini croati possono stare tranquilli poiché il governo è pronto a reagire a ogni situazione». E le prime reazioni si sono già avute ieri sul presunto sconfinamento.
«La barriera di filo spinato al confine con la Croazia è uno spreco di denaro e alla Slovenia sarebbe molto più utile allestire un centro di accoglienza e transito adatto alle condizioni invernali, simili a quello croato aperto dieci giorni fa a Slavonski Brod», ha affermato invece il ministro degli Interni croato, Ranko Ostoji„, annunciando che chiederà un nuovo incontro tra i ministri degli Interni dei Paesi della rotta balcanica, dato che «le videoconferenze accordate (con il presidente della Commissione europea), non si sono rivelate sono efficaci». Secondo Ostoji„, con la nuova barriera il governo sloveno «tenta di dare un messaggio ai migranti che i confini si stanno gradualmente chiudendo, producendo un effetto contrario che farà venire molta più gente». Il ministro croato ha detto di non credere alle spiegazioni del premier sloveno, Miro Cerar, secondo le quali il fino spinato serve a contenere afflussi incontrollati dei migranti, attesi nei prossimi giorni dopo la fine dello sciopero nei porti marittimi in Grecia. «La maggior parte di questo flusso è già fuori dalla Slovenia», sostiene Ostoji„ che non ha voluto speculare sulle vere ragioni dietro la decisione di ieri del governo di Lubiana. Dal 16 settembre fino a ieri mattina la Croazia ha accolto 360 mila migranti e profughi, 7.500 solo nelle ultime 24 ore.
E di questi almeno duemila sono giunti in Slovenia durante la notte e in mattinata con due convogli ferroviari. Il primo dei due treni è arrivato a Dobova poco dopo l'una di notte, il secondo dopo le nove di ieri: in ognuno di essi c'erano circa mille profughi. La loro via prosegue verso l'Austria.
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