Lubiana alle radio: «Più musica slovena»

Dal governo nuove regole, aumentano le quote obbligatorie a favore di artisti nazionali: «Proteggiamo l’interesse pubblico»
La band dei Laibach
La band dei Laibach

ZAGABRIA. Se quest'estate vi capiterà di attraversare la Slovenia al volante, non stupitevi se alla radio vi sarà impossibile ascoltare una hit americana o l'ultimo successo di Sanremo: dal primo luglio, le radio slovene trasmetteranno - in particolare durante il giorno - quasi solo musica slovena. Con l'intento di supportare e facilitare il lavoro dei propri artisti nazionali, il governo di Lubiana ha infatti deciso di introdurre nuove regole per i programmatori musicali radiofonici, irrigidendo quelle "quote di musica slovena" già previste dalla legge e apportando sostanziali cambiamenti. Se oggi le emittenti pubbliche sono tenute a mandare in onda un 40% di musica slovena nell'arco delle 24 ore (il 25% per le radio regionali e il 20% per quelle commerciali private), a partire da luglio almeno il 60% di questa quota dovrà essere trasmesso durante il giorno, ovvero tra le 6 del mattino e le 7 di sera. E non solo, «almeno un quarto della musica slovena utilizzata dovrà essere composta da brani diffusi per la prima volta non più di due anni fa», precisa Alenka Strukelj, responsabile della comunicazione al ministero della Cultura sloveno.

Insomma, da quest'estate la Slovenia difenderà con le unghie e con i denti il proprio patrimonio musicale contro la globalizzazione. «Questa misura - spiega Strukelj - aumenterà l'esposizione e la disponibilità della musica slovena e di conseguenza proteggerà l'interesse pubblico, dato che a oggi alcune radio si erano spinte fino a confinare la quota prevista su 24 ore nelle sole ore notturne». Come la Francia, che dal 1994 impone alle sue emittenti di diffondere almeno il 40% di canzoni francesi, così la Slovenia sceglie la via dell'obbligo per legge per garantire il successo dei suoi musicisti, altrimenti in difficoltà nell'esportare i propri lavori all'estero (fra i pochi internazionalmente noti vi sono Laibach, Gramatik, o ancora Borghesia e Big Foot Mama).

Se da un lato gli artisti sloveni gioiscono dunque dell'iniziativa dell'esecutivo di Lubiana, dall'altro le radio minacciano di fare ricorso alla Corte costituzionale e lanciano una petizione per bloccare le nuove disposizioni in arrivo da luglio. «La Slovenia non ha il mercato interno della Francia», afferma il programmatore musicale della radio pubblica Val 20 Andrej Karoli, che aggiunge: «Semplicemente, non ci sono abbastanza canzoni di qualità per rispettare una quota del genere«. Durante la fascia giornaliera considerata dal governo, spiega Karoli, «il 45% del nostro spazio è già occupato da programmi di dibattito o di approfondimento, soltanto il 55% restante è lasciato alla musica».

Rispettare dunque la doppia quota del 40%+60% di composizioni slovene durante il giorno vorrebbe dire «ripetere gli stessi brani» o «scegliere dei generi che normalmente non utilizziamo»: in conclusione, «far scadere il livello della nostra radio, che è la seconda emittente più ascoltata del paese». Attualmente, Val 202 divide la sua quota di musica slovena in una fetta diurna del 25% e in una notturna del 75%. «Fare di più - assicura Karoli - è impossibile senza stravolgere tutta la programmazione». Per questo programmatore musicale, impiegato in radio da quasi 25 anni, l'unica soluzione possibile resta un'ulteriore modifica della Legge sui media per «salvare quella che forse all'inizio era una buona idea» ed «evitare che le radio slovene diventino tutte uguali».

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