L’ovovia di Trieste fra tracciato e incognita fondi, come si lega al destino di Porto Vecchio

Si prevede che sorvoli il parco lineare, tra i quattro assi chiave della mobilità nell’antico scalo. Nel rendering della Costim non compare. Dipiazza tira dritto

Francesco Codagnone
Un render del parco lineare
Un render del parco lineare

I rendering mostrano il futuro Porto Vecchio svilupparsi lungo quattro assi paralleli. Il primo, più interno verso la stazione ferroviaria, è quello veicolare, il quarto è il corridoio a mare con passeggiate lungo moli e banchine da riqualificare con il project financing di Costim. Al centro, tra i magazzini, ci sono il viale monumentale e il parco lineare, finanziati dal Pnrr. La cabinovia, secondo i progetti, sorvolerebbe quest’ultimo asse, partendo dalla stazione del Molo VI fino al park Bovedo, per poi risalire verso l’altipiano.

La cabina Leitner non compare nel progetto

La cabina Leitner non appare nei rendering della società bergamasca – ma in quelli del Porto Vivo di Femia sì, come notato dal centrosinistra – ma nonostante questo e anche dopo il recente «no» ai 48, 7 milioni del Pnrr per l’opera (sui 62 milioni di spesa complessiva), il Comune resta ottimista. «La cabinovia si farà», è certo il sindaco Roberto Dipiazza.

Una veduta dello scalo Foto Andrea Lasorte
Una veduta dello scalo Foto Andrea Lasorte

Riunione del Comune a Roma al ministero

Martedì prossimo il primo cittadino e il direttore Giulio Bernetti voleranno a Roma per una riunione nella sede di via Caraci del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, pronti a vagliare possibili risorse statali alternative, visto il parere negativo espresso dall’Unità di Missione del Pnrr al Mit e comunicato al Comune lo scorso 11 settembre. Il vertice romano sarà cruciale per il destino del progetto, che secondo Bruxelles «non soddisfa i criteri di biodiversità», visto l’impatto che l’opera avrà sul Bosco Bovedo, e stante le prescrizioni della Soprintendenza per il passaggio sul Porto Vecchio. Tutti pareri «superati», per i tecnici comunali, perché «nel rispetto dei vincoli ambientali e architettonici» la cabinovia resta un «progetto strategico» per la mobilità della città e la rigenerazione dello scalo.

Cabinovia: due tratte e quattro stazioni

Il tragitto della cabinovia prevede due tratte e quattro stazioni. Il primo tratto collinare porterebbe dalla stazione di Opicina alla zona del Bovedo, vicino al park di interscambio. Il dislivello è di 350 metri ed è questo tratto di risalita, in particolare, quello che dal giorno zero ha mobilitato il Comitato No Ovovia e determinato infine lo stop ai fondi europei.

Disboscamento del verde in zona Bovedo

Il posizionamento dei piloni sulla colina imporrebbe difatti il disboscamento di una striscia di verde nell’area del bosco Bovedo. Impatto che il Comune ritiene comunque «modesto» considerate le riduzioni di traffico veicolare e quindi di emissioni di anidride che si avrebbero con la cabinovia, punto sostenuto da uno studio dell’Università di Udine ma contestato dai No Ovovia, ritenendo tali dati basati su «stime inesatte» della futura utenza.

Una previsione dei quattro assi del Porto Vecchio con la cabinovia
Una previsione dei quattro assi del Porto Vecchio con la cabinovia

La zona protetta da Natura 2000

Il Bovedo, in ogni caso, resta una zona protetta Natura 2000, e la Variante al Piano regolatore per la realizzazione di un tratto di risalita in quell’area richiede pertanto delle deroghe possibili solo in presenza di precise misure mitigative. Misure richieste al Comune dopo una prima Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) negativa (II livello), poi accolte in fase successiva (III livello) con delibera della giunta regionale in giugno.

A quel punto la palla era passata al ministero dell’Ambiente, ma in attesa dell’istruttoria romana il 22 luglio è arrivato il «no» di Bruxelles: non avendo superato la Vinca di II livello, per l’Unità di Missione del Pnrr la cabinovia «non può avere accesso alle risorse del Pnrr». In altre parole, il progetto al momento non soddisfa i vincoli ambientali del piano europeo: un cavillo «sorto in corso d’opera», tengono a precisare dal Comune.

I fondi statali alternativi

Martedì prossimo il sindaco sarà quindi a Roma per vagliare fondi statali alternativi. Il progetto, assicura Dipiazza, «andrà avanti»: troppo «importante» per rinunciarvi. E «strategico» per l’accesso Nord alla città, considerando che neanche il Tram (che il Comune prevede di far ripartire «entro l’anno») potrebbe “competere” con le rapide cabine Leitner.

Da Opicina a Trieste in sei minuti

Arrivando dall’altipiano, si propone di lasciare l’auto nel futuro parcheggio di Opicina e poi volare giù a Barcola in circa sei minuti, bora permettendo (ma lo stop sarebbe solo «tra i 20 e i 30 giorni all’anno»). Da lì parte il secondo tratto della cabinovia, dal Bovedo fino alla stazione “Trieste” da realizzarsi nella futura piazza pedonale del Molo IV (nel punto prima destinato a parcheggio) con fermata intermedia al Magazzino 26. In Porto Vecchio l’impianto sorvolerebbe quindi il viale meno nobile tra quelli da realizzarsi, ovvero il parco lineare, finanziato dal Pnrr con 23,1 milioni.

Ancora due punti. Il primo è che, come scritto, nei rendering del project di Costim non si vede la cabinovia sorvolare i magazzini che la società si propone di riqualificare. Questo perché i due progetti sono «indipendenti», sebbene dal Comune fanno sapere che «la documentazione della cabinovia è stata condivisa con Costim, che ritiene l’opera strategica».

Nodale la conferenza dei servizi

Il secondo è che la cabinovia e le sue stazioni erano state inserite nella Variante al Piano regolatore del Porto Vecchio già nel 2021, ma nell’eventualità di una Conferenza dei servizi sull’esecutivo il parere del ministero della Cultura sarà comunque nodale, considerando i tanti vincoli storici e architettonici cui è sottoposto lo scalo ed evidenziati dalla Soprintendenza in fase preliminare: tra le prescrizioni c’era in particolare le richieste di scartare le stazioni inizialmente disegnate da Fuksas, e adeguare il posizionamento dei piloni al fronte degli edifici. —

Riproduzione riservata © Il Piccolo