L’osteria-privada “Dal Nisi” scrigno di storie e di ricordi

Esiste dal 1911 ed è un locale dove si può ancora trovare la genuina “gorizianità” Domani il Comune consegnerà un attestato ai titolari Giorgio e Severino Paulin



Lì è come se il mondo si fosse fermato. Un mondo fatto di convivialità, di allegria, del piacere di condividere assieme un bicchiere di quello buono. È la frasca, luogo della tradizione. Domani alle 18.30, l’amministrazione comunale consegnerà ai fratelli Giorgio e Severino Paulin un attestato per i tantissimi anni di gestione della privada “dal Nisi”. Un appuntamento organizzato dal gruppo “Amici de privada”.

L’osteria del Nisi, raccontano Enzo Comelli e Giorgio Bandelli, «è un locale che si inserisce perfettamente in una categoria che potrebbe essere quella “urbana”: infatti, sorge in un fazzoletto di terra prima del piazzale della Casa rossa. Un locale che rappresenta un prezioso contributo alla ruralità territoriale. E, per questo, dovremmo essere grati ai fratelli Severino e Giorgio Paulin (ultraottantenni) che, pur fra mille difficoltà, continuano a mantenere viva la tradizione».

La location è caratteristica: una vecchia casa contadina con orti, corte interna e un certo “disordine contadino”, oltre a una pergola di plexiglass verde che ripara il garden. L’interno del locale è molto accogliente con arredamento in legno, vecchie foto alle pareti e un caminetto scoppiettante d’inverno. «La clientela - raccontano Comelli e Bandelli - è piuttosto numerosa ed è, forse, uno dei pochi luoghi di Gorizia in cui poter cercare una gorizianità genuina. La storia della privada del Nisi (nome derivato dal padre Dionisio) parte da molto lontano, nel 1911. Nei terreni di proprietà della famiglia Paulin c’era un’osteria chaimata “Al Roul” (Al Rovere). Dopo la Grande Guerra, nei campi limitrofi, molte viti sono state estirpate per poter piantare granoturco e frumento perché c’era necessità di quei prodotti della terra per sfamarsi. Comunque, a fasi alterne, la “privada” ha continuato ad esistere anche se non in modo continuo».

Nel secondo dopoguerra, la svolta. «Le viti - raccontano - le viti sono state reimpiantate e, dal 1970, la privada del Nisi è rimasta sempre aperta nei periodi concordati, sino ai giorni nostri, grazie alla disponibilità dei fratelli Severino e Giorgio».

Dionisio, il capostipite, è mancato nel 1983 e la moglie Maria, che ha amorevolmente collaborato con lui nella gestione del caratteristico locale, sino alla morte che è avvenuta nel 1985. «Maria - concludono Enzo Comelli e Giorgio Bandelli - ha ricevuto il premio San Rocco nel 1979 e, l’anno successivo, nel 1980, l’azienda agricola ha ricevuto un riconoscimento dall’allòra Camera di commercio di Gorizia, per gli oltre quarant’anni di onorata e importante attività. Un simbolo». —



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