L’Ortofrutticolo chiude ai privati, ma a rischio stop sono tutti i mercati
TRIESTE. Il Mercato Ortofrutticolo all'Ingrosso chiude al pubblico, a partire da oggi, per evitare il rischio di troppi clienti presenti nella struttura. E di conseguenti sovraffollamenti, che in tempo di Covid-19 sono una delle principali preoccupazioni. Operatività invariata invece per chi lavora nel settore, mentre non manca qualche malumore da parte dei clienti.
Nel frattempo i mercati di frutta e verdura della Coldiretti, che si svolgono in diverse zone della città ogni settimana, temono nuove restrizioni, come successo durante il lockdown a marzo, e chiedono di essere inseriti in una categoria diversa da quella attuale, che di fatto li metterebbe a rischio chiusura, in caso di nuove disposizioni in vigore.
La notizia che interessa il mercato di via Giulio Cesare è stata pubblicata sui social dal Comune, attraverso la pagina ufficiale della Polizia Locale, “Agente Gianna”. «Da lunedì 2 novembre, per evitare il pericolo di assembramenti, il Moi, Mercato Ortofrutticolo all'Ingrosso, chiude temporaneamente al pubblico. L'ingresso ai privati cittadini, dal mese di luglio – si legge – era consentito da martedì a sabato dalle 9 alle 10. Il Comune ha deciso così di accogliere l'istanza dei grossisti, concessionari dello spazio, che avevano vivamente espresso i loro timori legati all'attuale emergenza pandemica sia per la sicurezza degli operatori che dei cittadini».
Una richiesta nata quindi dagli stessi lavoratori alla luce della situazione a attuale, con i contagi in costante salita in città nelle ultime settimane. Un cambiamento che però, stando ai commenti dei triestini sui social, non sembra sia stato apprezzato. C’è chi pensa che quell’ora di apertura non sia poi particolarmente problematica. Ma, come detto, la decisione è stata ormai presa.
Tutto invariato invece per il momento per i mercatini di Campagna Amica della Coldiretti, che a Trieste si svolgono il martedì in piazza Vittorio Veneto e di sabato, a rotazione, tra piazza Goldoni e Campo San Giacomo. Ma il timore è che all’orizzonte ci siano cambi di rotta tutt’altro che favorevoli. «Per ora tutto è regolare, in attesa del prossimo Dpcm, e abbiamo applicato con grande attenzione le varie misure di sicurezza necessarie - ricorda Alessandro Muzina, presidente di Coldiretti Trieste - tra l’altro siamo anche un’importante rete per le aziende agricole, ma soprattutto abbiamo un ottimo riscontro da parte delle famiglie e di tanti anziani, per i quali siamo un punto di riferimento. Certo se dovremo chiudere tutto di nuovo siamo pronti a effettuare le consegne, lo abbiamo già fatto e durante la prima ondata del virus, abbiamo messo in campo anche iniziative benefiche, con spese a favore di chi era in difficoltà. Ma speriamo davvero che non si arrivi a un nuovo stop».
E Muzina lancia anche un messaggio al Comune di Trieste. «Per ora siamo nella stessa categoria di fiere e altri eventi, per questo temiamo di doverci fermare se ci saranno ulteriori restrizioni. Ma i flussi che arrivano da noi non sono sicuramente paragonabili a quelli, ad esempio, di una fiera – sottolinea – e il nostro non è un evento, ma un servizio che forniamo alla cittadinanza. Speriamo quindi che, in tal senso, qualcosa si muova per tempo e si cambi classificazione. Ce la mettiamo tutta e lavoriamo – ribadisce – applicando al massimo le misure di sicurezza. Sono certo che va considerato – aggiunge – il nostro modo di operare in trasparenza, di accorciare la filiera, dei rapporti umani e della solidarietà».
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